È proprio così: la lotta tra l’ignoranza e la conoscenza, tra l’oscurantismo e la civiltà, tra la stupidità e l’intelligenza.

1. Perché un osservatorio astronomico su Monte Mufara?

Ci sarà un motivo per cui l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha deciso di collocare in Sicilia e su Monte Mufara il telescopio…? Semplicemente perché è uno dei migliori siti osservativi astronomici d’Europa. Per svariati motivi che più volte sono stati rappresentati nel dettaglio. E gli osservatori astronomici non possono che essere collocati sulle cime di rilievi adatti. Spesso in aree protette. Non possono essere collocati a quote basse o nelle vallate. La maggior parte dei più importanti osservatori astronomici sono stati realizzati all’interno di parchi nazionali o aree protette.

Il più noto fra questi, per le proteste che sollevò da parte di ambientalisti e non solo, è l’Osservatorio di Mount Graham in Arizona (Mount Graham International Observatory), montagna sacra per gli Apache e zona di riproduzione di un particolare tipo di scoiattolo rosso. L’osservatorio ospita tre grandi telescopi tra cui il Large Binocular Telescope (LBT), dotato di due specchi da 8 metri di diametro e al cui utilizzo partecipa anche l’Italia, e il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT) da 1,80 di apertura. Da quando i telescopi sono stati installati non è stata osservata alcuna diminuzione nella popolazione di questi animali e quando ciò è avvenuto è stata causata da un incendio che ha devastato la montagna. Gli altri grandi osservatori realizzati nell’ambito di zone protette sono l’Osservatorio di Mauna Kea (Hawaii), che ospita 4 dei più grandi telescopi esistenti e su cui verrà realizzato il Thirty Meter Telescope (TMT) da 30 metri di diametro, l’Osservatorio del Roque de los Muchachos, dove sono presenti ben 11 telescopi, nel Parco Nazionale della Caldera del Taburiente (isola di La Palma, Canarie) e l’Osservatorio Nazionale Argentino, nel Parco Nazionale El Leoncito, nella precordigliera argentina.

Proprio sulla cima di Monte Mufara verrebbe collocato il telescopio dell’ESA, che diventerebbe non solo la stazione di arrivo della seggiovia, con migliaia di presenze di amanti degli sport invernali ma anche sede di un network di telescopi: oltre il Wide-field Mufara Telescope (WMT) del GAL Hassin, già collocato nel settembre 2020, anche il Fly Eye – Near Earth Object Survey TELescope(NEOSTEL) dell’ESA, polo astrofisico internazionale della Regione Sicilia.

2. A proposito di utile ricerca (e non “inutile ricerca”)

Il telescopioNEOSTEL-FlyEye è un innovativo strumento che riesce ad abbinare un enorme campo di vista (capace di osservare allo stesso tempo in una sola immagine una zona di cielo equivalente a 180 “lune piene”) con la capacità di raccogliere la luce di un telescopio della classe del metro.  Queste caratteristiche sono fondamentali per accelerare il tasso di scoperta degli asteroidi vicini alla Terra, potenzialmente pericolosi per la vita sul nostro pianeta.  Noi conosciamo solo in parte questa popolazione di oggetti, e dobbiamo completarne la catalogazione e lo studio nel più breve tempo possibile.  La stragrande maggioranza delle scoperte di questi corpi sono appannaggio degli osservatori americani e l’Europa sta attualmente contribuendo solo in minima parte a questa impresa. Il telescopio NEOSTEL – Fly Eye andrà a riequilibrare questa situazione, contribuendo non solo alla migliore conoscenza degli asteroidi vicini alla Terra, ma anche alla protezione del nostro pianeta.

Il progetto è stato presentato e ampiamente illustrato in occasione dell’evento GAL Hassin del 29 agosto dello scorso anno (e non prevede alcuna strada asfaltata, contrariamente a quanto viene scritto nei comunicati delle Associazioni ambientaliste. Semplicemente fumus, non verità).

3. A proposito di norme e di sentenze

La ricerca scientifica è consentita in tutte le aree di Parco ai sensi dell’art. 20 della vigente disciplina transitoria (D. A. n. 263 del 18 aprile 1996). La stessa disciplina, all’art. 27, comma 3°, prevede: “In tutto il territorio del Parco sono consentiti, altresì, ampliamenti e realizzazioni di strutture necessarie alla ricerca scientifica …”. Ma vi è di più. Per la collocazione del Wide-field Mufara Telescope (WMT) su Monte Mufara, nell’ottobre del 2011 il Presidente della Regione Siciliana, su parere del Consiglio di Giustizia Amministrativo, con D.P. 102 del 2 febbraio 2012 ha respinto il ricorso straordinario dell’Associazione Lega Ambiente-Comitato Regionale Siciliano che aveva impugnato il nulla osta dell’Ente Parco delle Madonie sul progetto. Il parere del CGA, nel merito così si è espresso: “…il ricorso in epigrafe non è meritevole di accoglimento, in primo luogo con riguardo appunto all’art. 27, c. 3 del decreto assessoriale 263/96, che consente, in tutto il territorio del Parco, la realizzazione di strutture necessarie alla ricerca scientifica. La norma concerne la ricerca tout court e non solo quella inerente alla tutela ambientale cui sono preordinate le istituzioni degli Enti Parco. Ma aldilà del solo dato testuale – che comunque non è possibile sottovalutare -, ricerca e tutela afferiscono a valori costituzionali da contemperare in una visione armonica ed equilibrata, soprattutto quando le esigenze operative peculiari dell’una non siano liberamente ed efficacemente realizzabili se non grazie all’apporto collaborativo dei soggetti esercenti la seconda. Va respinta pure la censura attorea sulla pretesa violazione dell’art. 10 della l.r. 16/1996, in quanto, seppure le opere del centro astronomico siano senz’altro da considerare (e così sono state reputate) quali nuove costruzioni in fascia di rispetto di zone boschive (cifr. nota dell’Ente Parco n. 376 del 26 gennaio 2010 e la missiva di risposta dell’ARTA n. 22903 del successivo 1° aprile), esse non rientrano nel campo d’applicazione del divieto colà previsto. E ciò in virtù della deroga prevista dal c.8, II per gli impianti connessi ai servizi d’interesse pubblico, intendendosi per tali non solo i c.d. servizi a rete, ma ogni tipo di funzione pubblica inerente ai valori costituzionalmente rilevanti, compresa, tra l’altro, a quelli della ricerca scientifica e tecnologica”.

4. Un’ultima cosa:Ambiente è anche decoro.Imbrattare non fa onore,conclude Giuseppe Mogavero,presidente della Fondazione Gal Hassin