La nuova frontiera dello smart working nelle aziende private sono gli spazi di lavoro condiviso che i comuni siciliani, ma anche di altre aree del sud Italia, dovranno mettere a disposizione delle comunità locali e dei lavoratori agili attingendo al proprio patrimonio immobiliare e sfruttando fondi anche europei.


Lo prevede un emendamento alla proposta di legge a testo unificato sul lavoro agile, depositato in commissione Lavoro alla Camera. A firmarlo è il deputato del Pd Carmelo Miceli, insieme alla collega di partito e presidente della commissione Lavoro Romina Mura, in collaborazione con Mario Mirabile ed Elena Militello (South Working – Lavorare dal Sud A.P.S.) e con l’avvocato Alessandro Paone (studio legale LabLaw).


“L’obiettivo – spiega Miceli – è incentivare da un lato forme di lavoro più snelle e al passo coi tempi e dall’altro favorire la coesione territoriale e la ripresa e il ripopolamento nei Comuni del mezzogiorno e delle aree interne”.
L’emendamento prevede inoltre che il lavoro agile non si fondi solo su fasi e cicli ma anche sugli obiettivi da raggiungere e che nella proposta di legge venga inserita l’espressione “senza vincoli di luogo”, evitando che il datore di lavoro imponga un limite alla distanza per lo svolgimento dello smart working.


“Con questo emendamento confermiamo il nostro impegno a favore dei lavoratori e a favore di molte realtà siciliane che ogni anno assistono alla ‘fuga’ dei loro giovani in cerca di un’occupazione. – aggiunge Miceli -. Creare spazi per lo smart working da un lato consente di combattere il fenomeno dello spopolamento che attanaglia molti comuni delle aree interne, dall’altro è un modo per migliorare le condizioni di lavoro e quindi di vita di tantissimi siciliani”.