Mi piace chiamarli “binari del cuore”, i binari riconvertiti in tutta Italia in piste ciclabili o per runner a seguito della dismissione della ferrovia, come sta avvenendo anche a Cefalù. E a questo punto ci sarebbe da chiedersi se non possiamo farlo anche noi. La risposta non può che essere affermativa: si può fare!
Tra gli oltre 5mila chilometri ferroviari dismessi in tutto il Paese già un totale di circa 1.300 chilometri sono stati riadattati in ciclovie. Ma esistono ulteriori margini di crescita. In questo senso si impegna, per esempio, Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), associazione per la promozione dell’uso della bici come mezzo di trasporto ecologico e salutare. Fiab si propone di quantificare la percentuale di binari recuperati e di spingere le amministrazioni a portare avanti iniziative simili, con l’obiettivo di completare il recupero del patrimonio ferroviario dismesso per creare una rete nazionale di percorribilità ciclistica e pedonale, laddove non sia più possibile recuperarne la funzione originaria.
Le piste ciclabili nate in questo modo hanno diversi vantaggi: non solo offrono percorsi già strutturati, spesso in aree di interesse naturale e paesaggistico, ma sono anche funzionali e comode da percorrere – dato che connettono paesi e città e quindi possono essere raggiunte senza usare ulteriori mezzi di trasporto – e offrono ai ciclisti una gita in totale sicurezza: gli antichi binari, infatti, si sviluppano spesso lontani dalla rete stradale e dai rischi legati alla condivisione dello stesso tragitto per mezzi a motore e biciclette. Si tratta quindi di un modo comodo, sicuro e piacevole per fare una gita diversa dal solito, godendo dei migliori paesaggi che l’Italia ha da offrire e facendo allo stesso tempo dell’attività fisica in tutta sicurezza. Adeguatamente pubblicizzati questi progetti possono anche essere un forte richiamo per un turismo ecologico e più distribuito sul territorio.
Io voglio farlo, con un #impegnocomune per Daniele Tumminello sindaco.
Paola Castiglia