Le domande di miglioramento fondiario previste dalle Misure del PSR e presentate dagli imprenditori agricoli dal 2016 ad oggi stanno facendo precipitare nel baratro i richiedenti che hanno beneficiato del decreto di finanziamento. Sono centinaia le aziende incappate in questa difficile situazione, in quanto sono improvvisamente lievitati i prezzi dei materiali di costruzione e dei mezzi previsti nei rispettivi progetti. Si tratta di aumenti fino al 45% circa. L’esigenza di completare la filiera autorizzata dal decreto dell’Assessorato regionale Risorse Agricole non corrisponde più all’obiettivo di offrire un concreto aiuto alle realtà produttive.

Molte di esse avevano iniziato le opere ma si sono dovute fermare poiché l’aumento eccessivo dei costi le avrebbe presto portate al collasso economico. Tutte si trovano già in seria perdita con l’interruzione delle opere, impossibile dunque proseguire i lavori. Cosa fare dinanzi a tale disastro? Urge una soluzione immediata che possa permettere di completare, entro i termini previsti, le opere autorizzate e iniziate, al fine di poter riscuotere le somme del finanziamento decretato dall’Assessorato regionale Risorse Agricole.

            Alla negatività si aggiunga, inoltre, l’aumento del 20% del canone di affitto dei terreni demaniali utilizzati a pascolo, una decisione inopportuna considerato lo stato in cui versa la zootecnia estensiva siciliana. In questi casi il canone andava invece ridotto del 20%, anche perché non risulta che i pascoli demaniali siano stati migliorati.

            Per quanto sta accadendo non è escluso che gli interessati ricorreranno a mobilitazioni e ad azioni giudiziarie di rivalsa nei confronti delle Istituzioni che hanno incoraggiato e autorizzato l’intervento per le aziende senza adeguare il prezziario regionale ufficiale. Pertanto il sostegno pubblico, oltre a rivelarsi oggi insufficiente, è addirittura distruttivo se non verrà presto rivisto, nei termini e nella sostanza, al fine di superare gli imprevisti che hanno ostacolato ingiustamente il miglioramento fondiario progettato e richiesto dagli imprenditori.

            Se le istituzioni del settore non provvederanno a breve scadenza, i risvolti saranno seri e drammatici non solo per le aziende ma anche per i consumatori e l’economia del territorio siciliano.

            In questo disastro ci sorprende il silenzio della Coldiretti regionale, sempre pronta, però, a gonfiare palloncini e a sventolare bandiere per segnare il territorio.

Ignazio Maiorana