In Italia, secondo quanto rilevato dal “Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico” del 2016, patrocinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, un bambino su 77 (7-9 anni) soffrirebbe di un disturbo dello spettro autistico con una netta predominanza tra i maschi: addirittura un’incidenza pari a 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Da qui si evince quanto i disturbi dello spettro autistico costituiscano una problematica assai diffusa e tuttora da esplorare; molte volte una fase iniziale di tali patologie viene ignorata perché non compresa, con conseguenze molto negative sullo sviluppo successivo del bambino.

Invece, attraverso una diagnosi precoce, è possibile attivare percorsi integrati tra scuole e forme di assistenza sanitario – psicologica atte a integrare nella vita sociale quanto più è possibile chi vive tale condizione. Trovare strategie didattiche funzionali all’apprendimento degli studenti autistici, inoltre, può diventare un prezioso “orto” di semina e raccolta per sperimentare nuove forme di comunicazione e somministrazione dei saperi efficaci anche per gli altri studenti.

Bisognerebbe pensare ai bambini caratterizzati da tale stato come a futuri cittadini da rendere il più possibile funzionali alla loro comunità e inseriti armonicamente nel proprio contesto di riferimento.

Investire risorse in studi e forme di “affrancamento” psico-motorio significherebbe aprire nuovi orizzonti di relazioni e autonomia economica a chi non dovrebbe essere più considerato un “costo” per la previdenza pubblica, ma una risorsa per la società. Basti pensare ai molteplici progetti sviluppati intorno alla sindrome di Down che hanno condotto alla realizzazione negli studi o nella professione di svariate persone con trisomia 21.

La scienza e la ricerca devono essere pertanto sostenute ulteriormente, soprattutto  perché anche altre sindromi meno note, come quella di Kleefstra, possano essere approfondite nelle caratteristiche e manifestazioni più peculiari, con l’intento di  alleviarne il  disagio nella sintomatologia e incrementare il più possibile le facoltà mentali e operative specialmente dei giovani, il cui sguardo sul mondo non deve essere mai distolto, soprattutto quando si estrinseca attraverso prospettive differenti.

Il CNDDU propone alcune azioni di sensibilizzazione tra cui l’istituzione di una Giornata nazionale della sindrome di Kleefstra per dare visibilità anche alle patologie meno conosciute ma afferenti alla sfera autistica e avviare percorsi di formazione / informazione nelle scuole italiane in merito.

Proponiamo in tale giornata di discutere con i gruppi classe della tematica proposta e realizzare materiale informativo o una rete virtuale nazionale scolastica in cui far confluire riflessioni e progetti dedicata all’argomento. #OrizzontiBlu.

“L’autismo non è un “dono”. E per molti è una lotta senza fine contro scuole, luoghi di lavoro, bulli. Ma da un certo punto di vista può essere un super-potere.” (Greta Thunberg)


prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU