“Stiamo attraversando un periodo drammatico, serve un immediato aiuto da parte del governo perché si rischia una catastrofe economica”. A lanciare l’allarme è Marco Di Giovanni, presidente di Fimo Assoimpresa, categoria che racchiude tutti i negozi no-food, in primis il settore degli esercizi commerciali che vendono abbigliamento. Di Giovanni prosegue e traccia la strada che potrebbe consentire a tanti imprenditori di avere una boccata d’ossigeno: “Serve – spiega il presidente di Fimo Assoimpresa – l’approvazione di una nuova moratoria sugli effetti negativi derivanti dal mancato pagamento dei titoli di credito ovvero gli assegni o le cambiali.

Le imprese si trovano nuovamente in difficoltà a causa delle mancate vendite dovute al periodo covid, pertanto sono state iscritte in centrale rischi ovvero in Cai e non possono emettere assegni per sei mesi. L’ultima moratoria è scaduta il 28 febbraio pertanto le aziende non potendo emettere assegni non possono ritirare i prodotti. Ciò significherebbe trovare i negozi aperti ma con pochissima merce quindi un’inevitabile chiusura – tuona Di Giovanni – un problema economico che si trasformerebbe in un problema sociale in quanto i negozi chiudendo licenzierebbero il personale”.

In tutte le città siciliane la situazione è la stessa: “Serve una richiesta di  moratoria retroattiva sui titoli non pagati che permetta alle partite Iva di sperare di avere un futuro – dichiara Toto Gallina, componente della giunta Fimo Assoimpresa – lo stato di emergenza non può essere solo sanitario, un commerciante fallito muore lo stesso a prescindere”.