Con la presentazione presso la Chiesa Madre di Villalba (CL), si sono conclusi i lavori di restauro del gruppo ligneo policromo raffigurante San Giuseppe con il Bambino, seconda metà del 700, dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi.
L’intervento di restauro è stato eseguito presso il laboratorio di restauro della ditta Traart Restauri di Giuseppe Inguaggiato con sede in Gangi, coadiuvato da un team di tecnici specializzati, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali e della Consulta diocesana per i beni ecclesiastici di Caltanissetta.


Il restauro è stato voluto fortemente dal Parroco Don Achille Lo Manto, dalla Confraternita S. Giuseppe di Villalba, e realizzato grazie al contributo di numerosi fedeli e dell’Amministrazione Comunale.
Il restauro durato 12 mesi ha riportato l’opera agli antichi fasti. Sono state portate alla luce le cromie originali mantenendo inalterata la patina del tempo, eliminando il nero fumo, ben 7 strati di ridipinture e stratificazioni di polvere che negli anni si erano accumulate. Fortunatamente l’opera, non aveva subito attacchi di insetti xilofagi, poichè la stessa è realizzata, come quasi tutte le opere dell’artista Gangitano, in essenza di cipresso, tipologia di legno non attaccabile da insetti infestanti, quindi “eterna”.

L’intervento di restauro ha seguito le fasi tipiche del restauro ligneo, dopo le indagini preliminari con riflettografia infrarosso e ultravioletto per rilevare le ridipinture, e stato eseguito un trattamento disinfestante in camera anossica per eliminare attacchi biologici. Il trattamento disinfestante per anossia, consiste nel realizzare una camera stagna, in atmosfera controllata, è risulta essere un’alternativa ecologica ai trattamenti con sostanze tossico nocive.

Il principio si basa semplicemente nella modifica delle proporzioni dei gas naturalmente presenti nell’atmosfera che respiriamo tutti i giorni, in particolare sottraendo ossigeno a favore dell’azoto, provocando la morte per anossia di ogni agente biotico in qualsiasi forma di sviluppo (uovo, larva, pupa e adulto).

Successivamente si è passati alla pulitura delle superfici, rimuovendo selettivamente tutti e sette gli strati di ridipinture che negli anni erano stati applicati, oltre alla rimozione del nero fumo e delle stratificazioni di polveri, il tutto è stato eseguito mediante l’utilizzo di solventi idonei a PH controllato e rifinitura a punta di bisturi.

Finita la fase di pulitura si è passati alle stuccature delle lacune eseguite con gesso di Meudon e colla di coniglio al 10%, le stesse sono state integrate con colori a vernice per restauro con la tecnica del rigatino, sull’intera superfice è stata applicata uno strato di vernice finale Blanc Matt a protezione dell’opera dagli agenti atmosferici.

La presentazione del restauro si è tenuta presso la Chiesa Madre di Villalba, gremita di fedeli, domenica 13 marzo scorso in presenza delle autorità civili, militari e religiose.

La TRAART restauri, che quest’anno festeggia i 25 anni di attività, negli anni, soprattutto grazie ai numerosi interventi di restauro eseguiti sulle opere del Quattrocchi, ha approfondito gli studi e le ricerche sull’artista Gangitano, avviando altresì un opera di censimento di tutte le statue dell’artista.

Con il restauro della Statua di San Giuseppe di Villalba, la TRAART ha aperto un ciclo di restauri che riguarderà altre opere dello scultore, sono infatti in corso i lavori di restauro di due statue lignee, raffiguranti entrambe Sant’Antonio di Padova, una custodita nella Chiesa Madre di Tusa (ME) , l’altra nella omonima Chiesa di Geraci Siculo (PA), inoltre si attendono i visti per il restauro di un’altra pregevole opera raffigurante San Giuseppe, custodita a Milazzo (ME).