Attualità

Sanità, una nuova casa di comunità

“La nuova casa di comunità che si è pensato di realizzare nella zona Sud di Palermo dovrebbe avere l’obiettivo di aumentare la dotazione di presidi sanitari in un’area ad alta densità abitativa, ma andava fatta a Brancaccio, così come noi avevamo richiesto, e non a Romagnolo. Nel popoloso quartiere di Brancaccio, infatti, sarebbe stato più semplice raggiungere la struttura sanitaria. Così, invece, si rischia di congestionare la vicina zona Romagnolo, dove la via Messina Marine è sempre stretta nella morsa del traffico”: lo dichiara la deputata regionale Roberta Schillaci, la quale sottolinea come la scelta di ristrutturare lo stabilimento della ex Agrumaria, vicino lo Stand Florio, investendo 4 milioni di euro per il recupero dell’edificio, “sarà forse un primo passo, ma non potrà risolvere certo tutti i problemi di questa zona periferica della città”.

“La pandemia – spiega Schillaci – ha messo in luce i punti deboli del sistema sanitario nazionale e soprattutto di quello regionale. In tutta Italia c’è un sistema efficiente di reti ospedaliere e le carenze si trovano nella medicina territoriale. Infatti le risorse del Pnrr si concentrano sulla medicina territoriale. In Sicilia, però, abbiamo grandi necessità anche per quanto riguarda la rete ospedaliera, che presenta un gap mai colmato rispetto alle altre regioni, gap che non potrà essere certo compensato dagli interventi che si stanno programmando nella medicina territoriale, creando gli ospedali di comunità, le case di comunità e le centrali operative territoriali, che comunque avranno bisogno di personale per funzionare e a questo non si sta pensando”.

“Inoltre – aggiunge la deputata 5 Stelle – resta grande la preoccupazione per le zone interne dell’isola, difficili da raggiungere, per esempio il territorio delle alte Madonie, sempre nel Palermitano, dove servono medici specialisti. Stesso problema nelle isole minori dove, anziché potenziare le strutture ospedaliere esistenti, si preferisce spostare i pazienti che hanno bisogno di cure particolari in altri ospedali, spendendo milioni di euro per i trasferimenti aerei. Questi sono i problemi ai quali vanno ancora trovare soluzioni”, conclude Schillaci.

Redazione

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