“Chi da la vita, ripudia la guerra”. Con questo slogan l’Unione Donne Italiane prese posizione durante la Guerra del Golfo contro la guerra (per i più giovani: Il 2 agosto 1990 ilpresidente iracheno Saddam Hussein invase il vicino Stato del Kuwait. L’invasione provocò delle immediate sanzioni da parte dell’ONU che lanciò un ultimatum, imponendo il ritiro delle truppe irachene. La richiesta non venne ascoltata e il 16 gennaio 1991 le truppe degli Stati Uniti, e degli stati membri della NATO compresa l’Italia, penetrarono in Iraq), ricordando a tutte/i come colei che può concepire una vita, non può concepire la violenza delle armi che, si voglia ammettere o meno, è il peggiore abominio dell’umanità.

A conferma dell’illogica disumanità della guerra, basti pensare alla nostra amatissima Madre Sant’Anna: Il culto di Gioacchino e di Anna – figure del tutto assenti nei Vangeli canonici – si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente (anche a seguito delle numerose reliquie portate dalle Crociate); le prime manifestazioni del culto in Oriente, risalgono al tempo di Giustiniano, che fece costruire nel 550 circa a Costantinopoli una chiesa in onore di Sant’Anna. L’affermazione del culto in Occidente fu più tarda nel tempo: il culto di Sant’Anna cominciò verso il X secolo fino a raggiungere la massima diffusione nel XV secolo, al punto che papa Gregorio XIII (1502-1585), decise nel 1584 di inserire la celebrazione di Sant’Anna nel Messale Romano, estendendola a tutta la Chiesa. La nostra Sant’Anna, quindi, è Donna che si nutre di culture distanti da noi, e ce le offre in dono anche solo con il suo ruolo di Madre di Maria. Sant’Anna è figura prima della Chiesa Ortodossa, di quella Chiesa che è matrice della cultura russa e che diventa, nel corso della Storia che riguarda l’umanità tutta, senza vincitori e vinti, senza nemici o alleati, Chiesa nel senso letterale del termine, “ecclesia”, assemblea di tutte le donne e gli uomini, ecumene.

E Sant’Anna è protettrice delle partorienti, in Oriente come in Occidente (che dovrebbero essere solo una indicazione geografica e non la definizione di blocchi contrapposti), patrona delle madri di famiglia, delle vedove ed è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale. E per questo ci piace pensare che proprio le Donne, in queste orribili ore di combattimenti in Ucraina, tutte le Donne di qualunque paese, stiano solo sperando che le armi tacciano, che nessuno sia un nemico, che il confine tra la vita e la morte non sia segnato da un proiettile o da un missile, che le istituzioni politiche ci siano anche, e soprattutto, per garantire la pace, senza dimenticare che i potenti della NATO e della Russia hanno lo stesso atteggiamento imperialista sui territori, senza dimenticare tutte le altre, altrettanto terribili guerre, come quella in Siria.

La guerra non è una alternativa alla Pace, la Pace non è una scelta, è l’unica condizione possibile per essere umani.

Movimento Democratici per Castelbuono