La maggior parte del territorio siciliano in terra e in mare secondo il #MiTE, Ministero per la transizione ecologica, è idoneo alla ricerca di idrocarburi e gas. Il Ministro Cingolani ha infatti approvato il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) ignorando totalmente le importanti obiezioni al Piano mosse dalla Commissione Tecnica Specialistica sulla valutazione ambientale strategica (VAS) che la Regione Siciliana aveva trasmesso. Anche un bambino comprende che è delirante definire il Piano “per la transizione energetica sostenibile” visto che promuove la ricerca di fonti fossili. Il Governo anziché rilanciare, con forza le energie rinnovabili, che consentirebbero in appena tre anni di arrivare all’autonomia energetica, di affrancarci dalla dipendenza di petrolio e gas e di rispettare gli accordi sul clima, (che così verrebbero irrimediabilmente violati), preferisce restare in balia degli equilibri geopolitici che sulle fonti fossili costruiscono scenari di guerra e destabilizzazione economica. Un piano che rivela una visione neocoloniale della Sicilia, ancora una volta terra di conquista, che non tiene in alcuna considerazione il rischio idrogeologico di un territorio fragile, quello sismico, l’inquinamento delle falte acquifere, la tutela del paesaggio e dei beni culturali, la valorizzare della vocazione turistica ed agricola che deve integrarsi ad un nuovo modello sostenibile ancorato all’economia circolare. Tutto viene mortificato dalla mancanza di visione di futuro. Il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni rivolge al Governo regionale ed a tutte le forze politiche all’ARS un appello ad impugnare in tutte le sedi deputate il PiTESAI, sia in sede amministrativa davanti al Tar Lazio, sia sollevando conflitto d’attribuzione davanti alla Corte Costituzionale perché la materia è regionale; l’obiettivo sia salvaguardare l’ambiente, restituire ai territori ed agli enti locali la possibilità di produrre energie rinnovabili a costi accessibili ed in equilibrio con la necessità inderogabile di ridurre le emissioni climalteranti.