Il “Giardino della Memoria”, lo spazio adiacente al tratto autostradale interessato nel ‘92 dalla strage di Capaci, è stato il luogo di una delle più significative tappe di un percorso di legalità in vista del XXX Anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Nel corso di una solenne cerimonia, il Questore della provincia di Palermo, Dr. Leopoldo Laricchia, e la Sig.ra Concetta Martinez Montinaro hanno consegnato nelle mani degli Arcivescovi delle Diocesi di Palermo e Monreale, del Vescovo di Cefalù e dell’Eparca di Piana degli Albanesi, l’olio ricavato dalla molitura delle olive generate da alberi piantati nel “Giardino della Memoria”.

La fine dell’evento cerimoniale è stato scandito da un momento altamente simbolico, sedici poliziotti della Questura hanno preso in consegna i colli contenenti le bottiglie dell’Olio di Capaci destinate alle altre diocesi della Regione ed in un corteo di otto auto della Polizia di Stato, hanno lasciato il Giardino della Memoria di Capaci diretti nelle altre Questure della Sicilia per affidare il prezioso e rappresentativo carico ai Questori che ne cureranno la successiva consegna ai vescovi. L’olio della memoria raggiunge così tutti gli angoli della Sicilia, portando con se un rinnovato messaggio di speranza.

Proprio da quegli ulivi, piantumati su quella terra macchiata dal sangue dei martiri della giustizia, è iniziato un percorso di rinascita, curato dalla Questura di Palermo e dall’Associazione Q.S.15 , che ha dato luogo a una piccola produzione di olio, grazie al prezioso contributo offerto dai giovani studenti dell’Istituto Superiore “Majorana” e da minori detenuti presso l’Istituto Penale per Minorenni “Malaspina” nell’ambito di un progetto, denominato “Laboratorio Giardino della Memoria”. L’olio di Capaci, metafora di continuità tra i caduti del tragico attentato mafioso e questi giovani, è stato prodotto grazie alla collaborazione della Coldiretti e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Palermo.

L’olio, che in seguito sarà consegnato ai Questori dell’isola, che a loro volta lo distribuiranno ai Vescovi delle altre Diocesi siciliane, verrà consacrato nella Santa Messa Crismale del Giovedì Santo per essere utilizzato come olio santo dalla Chiesa siciliana nel corso dell’anno liturgico.

La produzione e la consegna dell’olio di Capaci rappresentano uno dei momenti più significativi e altamente simbolici, derivanti da un percorso di cambiamento e di riscatto che l’intera comunità palermitana ha intrapreso in questi anni.

Ecco quindi che il frutto nato dalla terra bagnata dal sangue di martiri della giustizia assurge a strumento di redenzione diventando contemporaneamente simbolo per tutti i siciliani dell’autenticità e della profondità del sentimento religioso.

Il Questore di Palermo, ringraziando i Vescovi presenti alla cerimonia di consegna, ha sottolineato l’alto valore simbolico dell’iniziativa abbracciata dalla Conferenza Episcopale della Sicilia, ricordando come San Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993 dalla Valle dei Templi, si rivolse ai mafiosi con fermezza invitandoli alla conversione e come lo stesso fece, il 15 settembre 2018, Papa Francesco nel quartiere Brancaccio. Nessun feroce criminale può millantare il favore di Dio. Oggi con questa iniziativa la Chiesa Siciliana, nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, manda a tutti i cittadini, fedeli e non, un importante messaggio: dal sangue degli uomini dello Stato uccisi dai criminali di cosa nostra perché facevano il loro dovere, dal frutto della terra bagnata dal sangue dei giusti viene l’olio che verrà consacrato per amministrare i Sacramenti, segno della grazia di Dio. Un potente simbolo di riscatto e resurrezione, sociale e morale, compiuti dalla meravigliosa terra siciliana in questi trent’anni.