Il Borgo Geraci è inserito in un’area di privilegio e di prestigio ambientale.
Poggia su di un costone roccioso, oltre i mille metri di altitudine, la struttura del
Borgo si snoda in un insieme di pietre, dove nel punto più alto sono poggiati i
ruderi del Castello dei Ventimiglia. Un posto magico, e con vista incantevole,
dove si avverte tutta la sua misteriosità del suo glorioso passato. Trasmesso dalle
“rovine parlanti” che arricchiscono la nostra anima ed aiutano al rilassamento.
Di recente sono stati recuperati i sentieri che conducono alla montagna che
circonda il Borgo, denominati “La Via dei Mercati”. Si raggiungono le località,
di “Fiducia”, Pietragiordana “Liccarda”, “Roccafumata” con facilità e con
molta tranquillità capaci di ospitare le comitive che lo desiderano, dando la
possibilità di arricchire la propria ossigenazione e rivitalizzazione utili ed
indispensabile soprattutto per chi vive in città e non solo. Terre non
contaminate, molto misteriose, lontane dagli odoro dei carburanti e del
frastuono della città. Sempre dalla montagna, ad alta quota, che circonda il
Borgo, si aprono inoltre spazi con vista mozzafiato, inimmaginabile, dove si
possono osservare, montagne, colline e vallate a perdita d’occhio, dall’Etna alle
Isole Eolie, con il mare ed il suo colore blu che si fonde con il colore del cielo.
Alcuni luoghi sono arricchiti dalla presenza di chiesette che esprimono grande
senso di spiritualità, meditazione e riflessioni.
La generosità della gente che vive nel borgo, rappresenta e sono i custodi delle
tradizioni locali e dell’ambiente.
Per questo è un luogo speciale. Il borgo si distingue inoltre per la sua
testimonianza nella storia, quale contea risalente ad un periodo molto antico.
Dicevo, ancora oggi la gente del luogo custodisce tante tradizioni che riescono
a coinvolgere emotivamente a chi arriva nel borgo per visitarlo.

Del borgo è
stato scritto tanto e da tanto tempo del patrimonio storico culturale ed
ambientale esistente, ma rimane sempre un luogo che per certi aspetti è ignorato,
ma vuole prepotentemente farsi scoprire con tutta la sua bellezza ambientale che
lo circonda. Aspetta che venga aperta la sua porta ai visitatori, per offrire e fare
assaporare i suoi odori naturali delle varie piante esistenti nel territorio, quale la

faggeta, patrimonio naturalistico tutelato e salvaguardato, la sughereta, gli
agrifogli e tante altre specie di piante esistenti, impreziosite dai fiori spontanei
che crescono insieme all’orchidea allo stato naturale. Il borgo vuole anche fare
scoprire i tanti prodotti caseari locali, gli insaccati, i pranzi altamente qualificati,
le tagliatelle fatte in casa con funghi ed asparagi, il castrato allevato localmente
con i fagioli verdi e tanti altri piatti sicuramente molto buoni abbondanti e
gustosi. Piatti infine semplici, frutto delle produzioni dei contadini, degli
allevatori locali, che con la loro fatica ed il loro lavoro, penso che debbano
mantenere viva la loro memoria attraverso il loro sapere ma anche le tradizioni,
perché perderli significherebbe rinunciare alla propria identità.
Ci si augura che questo enorme patrimonio ambientale e naturalistico, legato
indissolubilmente alla storia locale, venga sempre gestito al meglio, per un
turismo non invasivo ma a misura dell’ambiente, creando nuove relazioni
sociali con un cuore pulsante che guarda ad un futuro senza esitazioni.
Giacomo Miriana