Riprende a singhiozzi il teatro, come dopo un pianto per il troppo tempo che le sale sono rimaste vuote, accade al teatro Sant’Eugenio di Palermo dove nel weekend a ridosso del San Valentino, è stato  messo in scena “Gl’ innamorati “ di Carlo Goldoni per la regia di Marco Pupella.

Una compagnia  di attori, bella, esilerante, brillante che ci racconta una commedia a tema “ l’amore ed i suoi capricci”, nelle molteplici forme in cui si manifesta.

Sebbene  ambientata nel’ 700, per certi versi molte delle cose che in essa si raccontano sono attualissime, come se fossero accaduti ora, perchè forse è proprio vero, per alcune cose il tempo non esiste, cambiano forse abitudini, in parte i costumi, ma la natura umana non può stravolgersi completamente, specialmente quando si parla di affetti e sentimenti.

Eugenia Pandolfi, erede di una famiglia in rovina, frequenta da un anno il giovane e ricco Fulgenzio. I due ragazzi sono innamoratissimi l’uno dell’altra, ma la relazione è tormentata, a causa dell’impulsività di lui e, soprattutto, della gelosia di lei.

 Eugenia non sopporta che Fulgenzio frequenti la cognata di lui,  Clorinda, che   è stata affidata a Fulgenzio finchè non ritornia il fratello.

Eugenia giustamente si sente trascurata, non ricevendo sebbene temporaneamente le giuste attenzioni, cosi la sua mente è piena di congetture, vede in ogni cosa che fa iFulgenzio, tranelli e bugie, davvero inesistenti, ma la gelosia lo sappiamo è una bestia che galoppa velocemente e non conosce la razionalità.

È un fastidioso laccio che ingarbuglia i pensieri, facendoci finire dentro trame che non fanno altro che tormentarci e complicare situazioni ed eventi.

In questo ruolo troviamo una bravissima Daniela Pupella, che interpreta il personaggio con  una carica divertente e una totale immersione nella parte, solleticando nello spettatore quello specchio di riflessione che ci fa sentire forse anche un po’ sciocchi, tutte le volte che esageriamo nell’esternare la nostra gelosia.

Una mimica espressiva riuscitissima, Daniela Pupella, è una maestra nella traduzione espressiva delle emozioni.

Nel frattempo, il conte Roberto d’Otricoli, cliente di un amico di Fabrizio (il padrone di casa con la mania dell’arte), giunge a Milano e fa visita alla famiglia Pandolfi. Fabrizio, che non vuole essere da meno dell’ospite, lo invita a pranzo, a dispetto della disastrosa situazione economica della famiglia, costretto a rimediare stratagemmi per imbandire una tavola. Nel frattempo, Eugenia chiarisce subito la sua situazione con Roberto, innamorato di lei, spiegandogli di essere innamorata di un altro uomo. Ma Fulgenzio, che non sa di questo chiarimento, si ingelosisce,  La fidanzata lo ferma, gli spiega a chiare lettere l’amore che prova per lui, e i due ormai sembrano aver fatto la pace. Ma Fabrizio ha invitato a pranzo anche Clorinda: Eugenia, esasperata e gelosa, la insulta e complica dinuovo la situazione.

Eugenia esasperata , per puntiglio e vendetta, accetta la proposta di matrimonio di Roberto: Fabrizio, che pure aveva voluto bene a Fulgenzio, ora che la nipote è fidanzata con un nobile, le proibisce di amarlo e frequentarlo ancora. La giovane acconsente, salvo poi pentirsene amaramente pochi minuti dopo: Fulgenzio infatti ritorna, con buone nuove per lei. Suo fratello è tornato da Genova: Clorinda passa di nuovo sotto la protezione del marito, e il ragazzo ha ottenuto il permesso di sposare la donna che ama. . Eugenia, disperata, si trova costretta a dirgli che ormai è fidanzata: di fronte ai rimproveri che riceve dall’ex fidanzato, patendo il colpo, sviene. Quando rinviene, la sorella Flamminia,   le darà una bellissima notizia: ha spiegato la situazione a Roberto e questi, capendo la situazione, ha rotto il fidanzamento con Eugenia. Fabrizio si lascerà convincere dal fatto che Fulgenzio sposerà sua nipote senza chiederne la dote. Quello che in fondo spingeva l’uomo a chiedere in sposa la ragazza.

Il conte Fabrizio è interpretato da un  magico Leonardo Campanella, spiritoso divertente, ed incredibilmente elegante nello stesso tempo, incarna il megalomane senza soldi , il gradasso che pensa di essere il numero uno, come lui stesso si definisce e le cose che sceglie intorno a se’.

Bravissimi tutti, Lavinia Pupella, Luciano Falletta,Sandra Zerilli, Mirko Ingrassia, Massimiliano Sciascia, Mauro Cappello, ciascuno di loro meriterebbe una recensione personalizzata , è la squadra che vince, la regia essenziale curata da Marco Pupella con uno sfondo scenico sobrio inquadra i personaggi, tutto il resto diventa secondario, la bravura della regia e degli attori è stata anche questa, il riuscire a farci immaginare, spazi, oggetti del tempo pur non essendoci ,la parola, la mimica, degli attori ha avuto il sopravvento su tutto, è se il teatro è anche immaginazione, questa compagnia è stata bravissima, il corpo e le parole in teatro protagoniste.

Andiamo a teatro, torniamo a riempire questi spazi magici dove tutto accade e che la stagione teatrale abbia seguito.