Ti arrivano prepotenti alle orecchie, desiderose di musica, le parole di due testi cantati a Sanremo, nel festival che tu non hai ne visto , ne ascoltato.Il vento della città rumorosa,però ha fatto entrare dalle finestre le parole forti di due brani che al di là dell’arrangiamento musicale, meritano attenzione per i temi forti che affrontano e che esplodono nella mente non potendo non suggerirti riflessioni.

Parliamo di “Brividi” la canzone vincitrice del festival, cantata dal duetto Blanco e Mahmood e “Coraline” dei Maneskin di cui tutti hanno parlato per le lacrime sul palco dell’Ariston di Damiano, il cantante rock del gruppo , tatuato , trasgressivo, eccentrico eppure con le lacrime in un ruolo che nessuno avrebbe mai immaginato, come se indossare abiti stravaganti potesse rendere totalmente diversi chi li indossa, invece dietro quell’apparenza di scena che molti di noi mostriamo, c’è tutto un mondo di fragilità e tenerezza che teniamo forse per pochi, per quelli che sappiamo non ci divoreranno nella pancia della balena.

I due testi , bellissimi, proviamo ad accostarli, ogni strofa è carica di significato, il tema trattato è simile, si parla della fragilità degli uomini.

In Brividi c’è la paura di sbagliare, di sentirsi inadeguati, la strofa : “non so dirti ciò che provo, è un mio limite” ,  “ti vorrei amare , ma sbaglio, mi vergogno ho i brividi”.

Quante  volte in amore siamo stati incapaci di esprimere veramente i nostri sentimenti, perchè l’amore è cosi,ti infila in un turbine, una centrifuga di emozioni e sentimenti, ci confonde, spesso fa esplodere parti di noi che non conosciamo, qualche volta siamo forti, altre volte incapaci di esprimerci.

In Coraline si parla di una ragazza, che fatica a trovare se stessa e lo spazio nel mondo che meriterebbe, è troppo fragile, incapace di uscire da una porta si è rifugiata nel suo mondo , sola , impaurita dalla sua inadeguatezza.

Ogni parola è un ascia, lei è come una zattera che naviga in un fiume in piena , forse il fiume è lei stessa ed ancora non lo sa.

Chi cammina sul filo della sensibilità, non può non amare e innamorarsi di questi testi, perchè hanno messo in musica, un dramma esistenziale che serpeggia nei cuori di molti, la paura della solitudine, la paura del giudizio altrui.

I Maneskin,dunque urlano un grido che ha un nome simbolico Coraline, potrebbe essere chiunque ad incarnare questo tormento, questa verità nascosta che pochi guardano, etichettando la fragilità come fosse un mostro di cui avere vergogna.

Beh come ha scritto bene qualcuno: “io la vostra perfezione, la scarabocchierei” perchè sbagliare è assolutamente umano, essere fragili ed avere paura fa parte della vita. Questo mondo che ci vorrebbe tutti veloci e perfetti non è un mondo reale, è un mondo finto a cui nessuno può piegarsi, nessuno deve piegarsi, dunque aiutiamo chi si sente fragile a non avere paura, ciascuno impari a ricominciare da se stesso, nonostante le sconfitte e i turbamenti, ascoltiamo buona musica, la vita è un disco che gira! Buon San Valentino a chi ha imparato ad amarsi, nonostante tutto!.