Territorio

Petralia Sottana, cadono calcinacci dall’ex Inam

La situazione della medicina di base nelle Madonie, e nelle Petralie in particolare, è in un momento veramente tragico. Diversi gli sfoghi dei cittadini che si trovano alle prese con il PPIA (Punto Primo Intervento Adulti), attivato con operatori di guardia medica a seguito del pensionamento della dott.ssa Aiello e la sospensione del dott. D’Alberti. Petralia Sottana, come affermato giustamente su un post è “un paese [in cui] manca … il medico di famiglia a un migliaio di persone […] e vedi anziani dietro la porta della guardia medica a fare fila a zero gradi in piedi e nessuno si indegna”.

Un problema acuito dalla dotazione carente, dalle procedure e le incombenze alle quali i professionisti, spesso alle prime armi, devono far fronte. “I medici assegnati – dice un’utente – non hanno i mezzi per lavorare. Protocolli farraginosi, alcuni di loro molto giovani, non conoscono le procedure e i tempi per ogni utente è dilatato. Nel 2022 niente pc scrivono le ricette a mano. Circa 1 ora a utente.” Una volta finito il turno tanti utenti che ancora non hanno avuto modo di interpellare il medico devono, desolatamente, tornare a casa e ricominciare la trafila il giorno successivo. Un andirivieni, una processione, che rischia di essere estremamente pericolosa visto che il locale di fronte, quello dell’Ex Inam, nonostante le ripetute segnalazioni all’Asp continua letteralmente a cadere a pezzi minacciando l’incolumità delle persone che sono costrette a transitare lungo la via Cappuccini. La situazione segnalata dagli utenti al comune è stata poi riferita all’Asp che dovrebbe mandare suoi tecnici nei prossimi giorni. Questo, però, non basta. La misura è colma e bisogna che ci siano risposte chiare e certe per i cittadini, che si trovino locali idonei e che ci si batta in tutte le sedi per i diritti negati. È dovere dell’ASP trovare le soluzioni, è dovere dell’amministrazione mettere in atto proteste ancora più incisive. Le segnalazioni sono doverose e le lettere sono dovute ma non è il tempo di alzare il tono della protesta in nome del diritto alla sanità e dell’incolumità dei cittadini?

redazione

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