Alla Scuola Media “Francesco Minà Palumbo” di Castelbuono arrivano le ruspe. La scorsa primavera è stato reso noto un progetto predisposto da tecnici della Regione Sicilia per la costruzione di un nuovo edificio, in prossimità dell’esistente del quale è stato programmato l’abbattimento in barba alla transizione ecologica e all’impatto di lavori sconsiderati sull’ambiente. 3 milioni e 400mila euro che si sommeranno ai milioni già spesi sull’attuale edificio per costruire una nuova scuola che non rispetta le Linee Guida sugli edifici scolastici del 2003, che non tiene conto delle nuove metodologie didattiche, che non investe sul concetto di scuola come luogo di costruzione di un dialogo educativo centrato sull’alunno e sul suo apprendimento.

E non è tutto: 3 milioni e 400mila euro per una scuola senza adeguati laboratori, senza aule per le attività musicali e le attività di sostegno, senza un’adeguata sala mensa, solo un piccolo spazio in cui si dovranno fare i turni, senza una palestra, senza sala polivalente-auditorium degna di questo nome, senza adeguati spazi per docenti e amministrativi, senza spazi di biblioteca e sala di lettura, senza spazi esterni da dedicare ad attività didattiche. Un edificio brutto, inadeguato, fuori da ogni logica, esposto verso un muro che comporterà un enorme sbancamento del costo di 800mila euro.

Uno spreco assurdo di soldi pubblici per un risultato inaccettabile e deciso senza il coinvolgimento della comunità castelbuonese, degli studenti, degli insegnanti, dei cittadini tutti a cui un’opera pubblica appartiene perché realizzata con i soldi pubblici.

Il senso di questo immane sperpero di soldi pubblici è uno solo per entrambi i protagonisti di questa paradossale vicenda, il presidente della Regione e il sindaco di questo sciagurato paese. Entrambi politici che cercano disperatamente titoli da esibire e spendere nella prossima campagna elettorale.

Al di là di questi due personaggi e del loro devastante modo di procedere, ciò che mortifica la vivacità del nostro paese è l’indifferenza e il silenzio, di un paese indaffarato a pensare ad altro e, a seguire, il silenzio dei consiglieri comunali e dei più stretti collaboratori. Come se questo non fosse un problema, come se l’assoluta instabilità degli altri edifici scolastici non fosse un problema. Un problema di tutti. 

Questo è il momento di uscire dalle case, di protestare, di dire basta a questo modo dissennato di governare che sta facendo sprofondare il nostro paese al livello dei peggiori paesi del Sud d’Italia e del mondo.

Genitori, alunni, professori e cittadini tutti, dobbiamo far sentire la nostra voce se non vogliamo essere complici di questa vergogna.

Ci vediamo domattina alle 9.00 davanti alla scuola media per protestare contro questo sperpero economico, sociale e ambientale.

Un sit-in di protesta, che coinvolgerà anche i docenti, si terrà domani mattina a Castelbuono davanti alla scuola media Francesco Minà Palumbo della quale è cominciata oggi la demolizione. Un comitato spontaneo è impegnato a fermare le ruspe e a ostacolare il progetto per la costruzione di un nuovo edificio.    Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 3,4 milioni ma secondo un gruppo di cittadini e familiari degli alunni si tratta di uno spreco di denaro pubblico. La nuova scuola sorgerà accanto alla vecchia, restaurata appena due anni fa, e disporrà di meno aule. Da tempo viene chiesto al Comune di fermare la demolizione e di progettare solo un intervento di adeguamento sismico. Critiche sono state rivolte anche all’ufficio regionale di progettazione considerato un “corpo estraneo alla società”.    Oggi sono entrate in azione le ruspe mentre sulla ringhiera della vecchia scuola è comparso uno striscione: “No allo spreco di denaro”

La Costituente per la Castelbuono di domani