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Il tampone garantisce che all’atto del prelievo (un pugno di ore prima della verifica del green pass) il soggetto non è infetto. Il green pass da vaccino, meglio da  “siero genico sperimentale”, garantisce che, alcuni mesi prima il soggetto è stato vaccinato; ma non dice se è infetto. Infatti per andare a conferenza stampa col presidente del consiglio è richiesto il tampone, ma a sempre più categorie sociali viene  imposto con prepotenza il vaccino per potere lavorare. E per entrare in Italia ora non basta più il greenpass, ma ci vuole anche il tampone con esito negativo: deciso da Draghi e Speranza. L’hanno capito ora? Ma allora, chi garantisce di più?

Poi si scopre che l’efficacia del siero crolla nell’arco di pochi mesi. Sapevamo già che non evitava l’infezione poiché  gli inoculati sono contagiabili e contagianti. Certo, sembrava strano che dopo il vaccino si rimanesse esposti al contagio, poichè nessuna vaccinazione “tradizionale” implicava poi rischi e precauzioni da non  vaccinato. Il magico siero non doveva renderci liberi? E se non è così perché insistono a ripetere questo falso slogan, incoraggiando chi lo ha ricevuto ad abbandonare ogni prudenza? E’ più pericoloso un non vaccinato con tampone negativo o un vaccinato rassicurato dal biglietto verde (che dura nove mesi  mentre l’efficacia del vaccino non supera i cinque),  che sentendosi fuori pericolo va in giro allegramente?

Se il rischio di riempire le corsie è così reale perché il governo, ministro Speranza per primo, non vuole ascoltare i medici che da quasi due anni curano e guariscono a domicilio i pazienti infetti da covid? Perchè il protocollo ministeriale insiste ancora stolidamente, dopo quasi 2 anni con “tachipirina e vigile attesa” , nonostante l’ ODG del Senato  del 9.4.2021, firmato da TUTTI  i gruppi parlamentari,  invitasse alla sua revisione?

Perchè  per gli eventi avversi da somministrazione del vaccino è prevista dall’AIFA  la sorveglianza passiva, ovvero  spontanea ed occasionale,  e non quella attiva, nonostante il siero non sia ancora definitivamente sperimentato? Perché, nonostante tale limite d’indagine, il report mensile dell’AIFA dove si raccolgono i relativi dati è fermo a quello di inizio ottobre e non viene più pubblicato? Troppi morti? Troppe invalidità?

Continuano ad accumularsi i perché senza valida risposta, ma se osi esprimerne uno, l’insulto pronto c’è; eccome. Perentorio, drastico, arcigno: sei un novax, e quindi cretino, ignorante e fanatico; indegno di risposta! E si chiude il discorso con la lapidazione massmediatica, sociale e lavorativa del reprobo untore. E se a qualcuno saltano i nervi  e comincia a dire o a scrivere o a fare cose che non dovrebbe, è pronta l’altra scarica di contumelie: fascista, nazista, violento, terrorista.

Per i “buoni” ogni consolazione;  potranno godere della libertà che il governo “concede” loro (ma la libertà “concessa” è quella che i padroni davano agli schiavi). Per  i “malvagi” c’è la gogna mediatica, la morte sociale, la sospensione dal lavoro ; finora. Per i componenti delle forze dell’ordine, sospesi dal lavoro perché non vaccinati, hanno aggiunto un trattamento speciale: devono consegnare manette, armi e tesserino. Perchè? Per umiliarli o perché si teme che facciano un uso “improprio” di tali strumenti?

Aumenta così fra lusinghe e minacce il numero degli italiani “convinti” (così li definiscono  le televisioni di regime) della bontà del siero. Costoro sarà bene che si preparino però per le dosi successive o finisce l’idillio. L’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ci ha appena informato  che “ I dati attualmente disponibili supportano la somministrazione sicura ed efficace di una dose di richiamo già a tre mesi dal completamento della vaccinazione primaria.”

Cala il numero dei reprobi novax,  ma il governo aumenta progressivamente la durezza dei suoi colpi. Ma come? Siamo i migliori d’Europa,  omicron è meno pericolosa, ospedali e terapie intensive sono lungi da massicce occupazionI… e ci raccontano che la situazione rimane talmente preoccupante che ci vogliono misure ancora più coercitive? Non è bastato il 60, il 70 e l’80 % di popolazione inoculata? Non basterà neanche il 90!

Troppe le domande che non ricevono risposte. E su tutte una si innalza con sempre maggiore forza: il green pass serve a battere il covid o è il covid che deve tenere  in vita il greenpass? Qual è il mezzo e quale il fine? E infine erompe da ogni sana mente raziocinante la domanda impetuosa e finale: tutto ciò, perché?