Potrebbe essere un nuovo capitolo dell’Antologia di Spoon River, ma anche una fotografia della condizione dell’arte: lo stato di sospensione durante il lockdown, la scarsa considerazione dell’artista da parte della società. Il brano apre la strada al terzo album previsto per il prossimo inverno. “Malalingua” sono le parole a mezza voce, i bisbigli e le chiacchiere intorno all’arte e agli artisti che diventano lame, malelingue a tagliare sentenze (“dicevanu è pazza… forsi quarchi jornu s’ammazza…passa fora li nuttati…va cantannu ppi li strati…” dice la canzone), in un tempo in cui l’arte è diventata un divertissement perdendo la sua forza e la sua radice culturale e trasformativa (“dicevanu cc’ha fari, cancia strata, cancia vita…”). “Malalingua” è il sapore amaro di chi riceve onori e consensi solo di forma, ma allo stesso tempo la risata folle, il passo ostinato, la luce che disturba e che vuole riportare l’attenzione sulla verità delle cose che solo l’arte sa illuminare.Grazie ai miei musici Raffaele Pullara, Manfredi Tumminello, Salvo Compagno.
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