Sembra essere uno dei pochi o forse l’unico che, realmente crede in questa riforma del settore forestale. E’ l’On. Ragusa che dai palazzi dell’Ars sta cercando di convincere i colleghi nel cercare gli ulteriori 20 mln per mettere in atto una riforma tanto parlata ma mai portata a termine
Per Ragusa, “lo stallo è evidente, dopo aver svolto tutte le audizioni. I lavoratori non ci stanno e, francamente, anche io ritengo che vada data maggiore certezza a queste persone, sia che lavorino 78, 101 o 151 giornate l’anno”. C’è grande aspettativa per questa riforma, nonostante la distanza e la spaccatura è evidenza tra il chiedere e l’avere. – “Avendo portato a casa la riforma della pesca, elaborato quella dei consorzi di bonifica, non vorremmo perderci, a prescindere dalle rispettive appartenenze, proprio sulla riforma dei forestali”.
Si alimenta anche il fattore politico o meglio i tempi che potrebbero portare ad avallare il tutto alle prossime regionali di giugno , ove i forestali potrebbero essere dei papabili “clienti” per attingere alle promesse che riprendono nel periodo quinquennale. – “Eh no, questa volta cambia tutto – dice Antonio David operaio Forestale – il tempo ha messo del sale in testa ai lavoratori che prima vogliono vedere il cammello e poi andare al voto. Tutto è cambiato e la volontà del singolo lavoratore deve prima vedere nero su bianco, per non diree che non ci basta nemmeno quello…”
Seppur siano ancora sedicimila, ma da questi incontri e interlocuzioni ad oggi non si è arrivati ad una chiarificazione sul da farsi .Oggi l’On. Ragusa incontrerà l’assessore al Bilancio per capire e chiarire la possibilità dei fatti e dei fondi disponibili per affrontare il discorso , nonostante i capitoli da cui far rientrare i fondi possono essere trovarti da altri vie. -“Per noi lavoratori – conclude Antonio David – questa è l’ultimo treno su cui si possa salire, visto che l’età media dei lavoratori si aggira sui 55 anni, dunque niente più fronzoli o promesse per i bambini e continuare a tergiversare in un problema che potrebbe e dovrebbe essere di comune placido per tutti,m compreso le classi sociali” –
Le risorse già appostate ammontano a 232 milioni, un’altra ventina agli operai potrebbe bastare, “mandando a regime annuo il relativo fondo”. Per quanto riguarda i giorni da incrementare, quelli che fanno 78 giorni potrebbero arrivare a 140, così come gli stagionali che ne fanno 101, e un aumento a 180 per gli operai a 151. Considerando i 60 euro circa di compenso giornaliero, i numeri stanno lì. Ma Ragusa insiste: “I numeri sono cosa relativa, non c’è da allarmare i lavoratori su un presunto mancato riscontro del governo”. Governo il quale, dall’altra parte, propone però 120 giorni a chi ne fa 78, stessa cosa per i centounisti, e 180 per chi ne fa già 151. Notabene: nel giro di sei anni, per effetto del turn over, andrebbero tutti a 180 giorni all’anno. Periodo ritenuto dalla controparte eccessivamente lungo, “dal momento che in tanti allora – ammette Ragusa – saranno in pensione”.
Antonio David
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