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Roccapalumba punta sui ficodindia e sulle tradizioni per un rilancio del territorio

“Più che…fico” è il nome del consorzio che si occupa della commercializzazione del ficodindia di Roccapalumba, ma in questo caso è una frase che calza a pennello, per rilanciare il prodotto, in questo momento di pandemia. Un momento di pandemia che ha visto l’ “Opuntia Ficus-indica Fest” trasformarsi in un evento di promozione e valorizzazione del frutto d’eccellenza roccapalumbese, aspettando la Sagra del Ficodindia 2022. Nel contempo invece c’è, oltre la festa, la volontà dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rosamaria Giordano, di moltiplicare gli sforzi per rilanciare il territorio ricco di storia, tradizioni e…ficodindia. In occasione dell’evento che si è svolto il 7 novembre scorso, in maniera sobria e senza grandi festeggiamenti, è stato organizzato dal Comune un educational tour, con la partecipazione di alcuni giornalisti in rappresentanza di testate anche del settore enogastronomico. E proprio il tour è stato significativo per far conoscere ai media quei processi di produzione del frutto principe di Roccapalumba e gli obiettivi che si prefigge il consorzio e con esso i produttori delle sue aziende presenti sul territorio. Un territorio coltivato per una superficie di oltre centocinquanta ettari e da dove vengono raccolti, nonostante una scarsa manodopera, difficile a reperire, centinaia di quintali di ficodindia.

Un frutto questo che viene utilizzato non solo in cucina, nella produzione di liquori, ma anche in pasticceria, dove per l’occasione è stata realizzata una diretta sulle piattaforme social di TeleOne e Gusto Rosanero con la presentazione di un dolce esclusivo particolarmente caratterizzato dai due frutti importanti nella dieta mediterranea e non solo, il melograno e il ficodindia. Il nome del dolce?Il coppo della sagra del ficodindia.

A realizzarlo il pastry Chef Giuseppe Zito, già campione del mondo dei panettoni, nel 2019, che ha reso, così, il dolce…più fico.Non solo la gastronomia ma anche le tradizioni sono il fiore all’occhiello del territorio. Tra le nicchie più particolari, presenti nel piccolo centro montano dell’hinterland del palermitano, il museo delle tradizioni con testimonianze della vita agricola di un tempo, con la realizzazione di ambienti dell’antica casa del burgisi, di uniformi del passato, della tradizione di San Giuseppe e oggetti religiosi che arricchiscono il piccolo ma prezioso museo. “Non solo il museo delle tradizioni agricole, anche quello del ferroviere sono da attrazione per i numerosi visitatori che ogni anno vengono accolti-dice il sindaco Rosamaria Giordano. Vogliamo riscoprire le nostre tradizioni, le antiche pietanzeperché siano da volano per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio”.

Redazione

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