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Caroenergia: Federconsumatori e SUNIA chiedono interventi al Governo

Ammontano ad oltre 312 Euro, secondo le stime diffuse da Federconsumatori e SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari), le ricadute che ogni famiglia subirà per colpa dei recenti rincari delle bollette di energia elettrica e gas. Per il riscaldamento, invece, si prospettano aumenti del 19% rispetto all’anno scorso. Secondo l’elaborazione di Federconsumatori, infine, il prezzo della benzina è di 14 centesimi al litro più alto rispetto al prezzo equo (+168 euro l’anno, per automobilista).

A fronte di rincari a doppia cifra, Federconsumatori e SUNIA ritengono che sia essenziale un intervento deciso da parte del Governo nazionale per calmierare i prezzi dell’energia e dei carburanti e, di conseguenza, per tutelare il potere d’acquisto dei cittadini consumatori.

La povertà energetica, cioè la situazione in cui un cittadino non ha abbastanza soldi per pagare le bollette derivanti da un consumo minimo essenziale di energia, è infatti un rischio concreto per sempre più famiglie italiane. Famiglie che, tra le altre cose, a causa del COVID non vengono certo da un periodo di vacche grasse.

Secondo Federconsumatori e SUNIA, quindi, è assolutamente necessario un intervento del Governo italiano in sede europea, affinché vengano messi in atto meccanismi per calmierare i prezzi del gas (e di conseguenza anche dell’energia elettrica, in buona parte prodotta dal gas) in tutto il continente.

Insieme a questo intervento, di lungo termine, il Governo ne dovrebbe attuare un altro, di breve termine: abbassare le accise e rivedere gli oneri di sistema delle bollette, in primis eliminando l’IVA che oggi (in modo paradossale) i consumatori pagano persino sulle altre tasse incluse nella fattura energetica.

“Le spese per l’energia – spiega il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – sono tra le più difficili da evitare per i consumatori: il risparmio energetico è un obiettivo da perseguire, ma comunque i cittadini devono usare la macchina per andare a lavorare, devono riscaldare casa a livelli accettabili, non possono vivere al buio”.

La questione si fa ancor più complessa in Sicilia: “La carenza cronica di mezzi di trasporto collettivo nell’isola – continua La Rosa – impedisce ai siciliani di scegliere il mezzo pubblico invece dell’auto e li condanna a comprare la benzina o il gasolio, a qualunque prezzo”. Tutto questo, poi, ha anche dei costi indiretti derivanti dal trasporto su gomma, che in Sicilia non può essere sostituito da quello su rotaia.

“Per quanto riguarda il riscaldamento domestico – aggiunge la Segretaria Generale del SUNIA, Giusi Milazzo – la Sicilia soffre di un ulteriore svantaggio: il nostro patrimonio edilizio è vecchio, inefficiente e ad alta dispersione energetica. Il clima ci aiuta a non far raffreddare troppo le case, ma i muri e le finestre non ci aiutano a mantenerle calde dopo aver acceso i riscaldamenti”.

redazione

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