Vogliamo pubblicare un inedito contributo, a firma di Giovanni Pagoria, giovane di Caccamo che ha recentemente intrapreso un cammino a piedi da Palermo a Messina. Nelle sue parole l’emozione del viaggio e le riflessioni, profonde e non scontate, di chi ha intrapreso un viaggio dentro e fuori la propria anima.

Mi sono sempre chiesto il significato che l’uomo attribuisce al viaggio, senza mai trovarne la risposta.

In una mattina apparentemente simile alle altre, mentre osservavo il sole sorgere dietro la vetta del monte San Calogero ad appena 1,330 metri situata tra i comuni di Termini Imerese – Sciara – Caccamo in provincia di Palermo.

Mi venne un idea da associare al viaggio che avevo in mente di realizzare da lì a qualche giorno.

Quindi proprio dalla finestra di casa mia, mi chiesi, perché non visitare la mia terra attraverso i vari comuni che compongono la via Francigena (Palermo – Messina) tra i vari  paesaggi montani dei Nebrodi dei Peloritani e delle Madonie – dove il percorso attraversa le cime con il suo ambiente naturale, riferita ai “luoghi alti della montagna” che occupano un vasto territorio della Sicilia, insieme alla flora che si inoltra dalle diverse possibili vie di accesso nell’area del Parco delle Madonie dove ci lascia ammirare gli aspetti paesaggistici legati alla vegetazione presente, che aggregato alla fauna che è materialmente impossibile osservare visto le numerose specie presenti sul territorio tra mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, invertebrati; rende questo territorio insieme ai Nebrodi e ai Peloritani uno dei parchi storico e naturalistico più importanti della Sicilia.

Quindi..

Oggi posso dire con certezza che viaggiare vuol dire partire alla scoperta di nuovi mondi e di nuove culture, permettendoci di conoscere ciò che ci circonda in relazione a ciò che siamo.

Ma c’è dell’altro..

Ho anche imparato, che viaggiando compiamo sempre due viaggi; quello dentro di noi e quello al di fuori di noi.

 Nella fantasia di ogni essere umano non esistono solo luoghi, profumi, immagini o panorami con cui relazionare i propri sentimenti, ma esistono anche gli uomini, esistono le persone, con l’infinità di mondi a sé sconosciuti, ed una realtà assai vera, come assai dimenticata.

Ogni giorno può essere quello buono per morire; lo so che leggerlo può far male, ma questa è una cruda verità che spesso tralasciamo ma che viviamo in modo singolare.

La paura della morte ci da il brivido di vivere davvero, ci da quel brivido di vivere le cose importanti che non stavamo più guardando.

La paura di lasciare questo posto ci fa comprendere  che le cose importanti nella vita non sono i beni che possediamo, ma gli affetti; le sofferenze che abbiamo vissuto; perché se comprese possono diventare gioie, pezzi di vita importanti per salvare altre persone.

Nota

Nel nostro paese, tra un tramonto e l’altro c’è qualcuno come noi che lascia questa vita perché ritenuta insignificante da vivere.

Volendo circoscrivere il fenomeno all’Italia, l’Istat ha stimato in circa 4mila i suicidi che avvengono ogni anno.

Quasi tre persone al giorno si tolgono la vita per malesseri apparentemente invisibile, ma che nel silenzio compie più di 400 vittime all’anno e 300 tentativi; e tra questi ci sono ragazzi/e dai 16 ai 30 anni

Sono numeri inquietanti, circa un suicidio ogni 12 ore.

Perché tutto ciò?

Cosa porta le persone ad un gesto così estremo.

Come sopra descritto, ci sono malesseri, forze invisibili che portano le persone al gesto estremo, e nell’insieme di queste forze oscure, abbiamo la depressione, i fallimenti nella vita, negli studi, nelle relazioni sentimentali, il bullismo, le droghe e il nichilismo, (la mancanza di uno scopo da inseguire)

Ecco..

Uno dei motivi di questo ennesimo viaggio, al di là dei contenuti naturalistici, è stato quello di voler vivere il confronto con i cittadini, che ho incontrato lungo questi giorni di cammino, per comprendere fino in fondo come vivono le persone in rapporto alla vita e al loro futuro.

Beh..

Una cruda verità che ho vissuto, è stata quella di vedere quasi il 90% delle persone che ho incontrato senza uno scopo di vita, senza un obiettivo da raggiungere.

Ho ascoltato giovani, adulti e famiglie; intrappolati nella loro stessa immaginazione, intrappolati nella loro stessa caverna, impauriti da se stessi.

Sono stato ospite in un centro di accoglienza per senza tetto e detenuti, e da quella esperienza mi porto a casa una lezione importantissima.

Senza una guida che ci indica la strada, senza uno scopo da inseguire, l’essere umano pur di vivere una vita apparentemente nobile, ahimè va alla deriva, perso nell’infinità dei suoi pensieri più oscuri.

Ho visto sguardi ripiegati su se stessi, ho visto lacrime di persone senza sogni a cui badare.

Oggi non basta vivere e imparare; dobbiamo sognare, vedere il futuro con gli occhi della fantasia nel chiederci, come sarà il mondo tra vent’anni.

Ecco qual è la domanda che mi sorge spontanea.

Che cosa stiamo facendo delle nostre vite?

A  chi stiamo lasciano il compito di cambiare il nostro futuro?

Ciò che stiamo vivendo è un periodo di tale importanza che ci ha messo di fronte a domande di straordinaria importanza che hanno a che fare con la dimensione stessa dell’uomo (la vita – la morte – il futuro).

Come sempre ciò che abbiamo vissuto ci sta insegnando quello che vogliamo imparare.

Quindi..

Come può insegnarci qualcosa, come nulla, consegnandoci alla stupidità fuori e dentro di noi come spesso accade.

Quanto tempo sprechiamo come fossimo destinati a non morire mai; in questi momenti più che mai, abbiamo bisogno di fermarci per capire ciò che sta accadendo fuori e dentro di noi.

E tutto ciò avviene con la riflessione, ponendoci le giuste domande, perché è nei momenti di crisi che nasce il pensiero riflessivo, e proprio a partire dalle domande, chiediamoci:

  • Cosa ne sarà del nostro futuro come individui?
  • Quali dei nostri desideri sono basati su un vero bisogno?
  • Che persona vogliamo diventare tra 5-10 anni?
  • Cosa ti appassiona veramente e da un senso alla tua vita?  (tutti abbiamo qualcosa dentro che ci fa sognare)
  • Quali sono le tue paure, i tuoi limiti?
  • Quali saranno le conseguenze in futuro se non decidi di cambiare la tua vita?

Mi rendo conto che pensiamo molto meno di quanto sappiamo; sappiamo molto meno di quanto amiamo; e amiamo molto meno di ciò che siamo; e in tal senso siamo decisamente meno di ciò che siamo.

Oggi, assistiamo continuamente al tentativo di vanificare la personalità; di rendere ciascuno perfettamente identico a ogni altro.

Apparteniamo a una cultura in seno alla quale una persona è giudicata non per chi o per cosa è, ma in base a ciò che ha.

Viviamo in una quotidianità che conferma la fragilità dell’essere umano, attraverso un risveglio avvolto in un silenzio quasi irreale  e tale circostanza ci sta facendo perdere i valori; virtù fondamentale che determinano il comportamento e l’intenzione tra gli individui, facendoci vivere una realtà arida di significato umano.

Abbiamo perso il significato di osare, sognare una vita migliore, accontentandoci di vivere una vita priva di senso, vivendo più delle volte una realtà che non ci appartiene, sprecando così quel bene inestimabile nel fare quello che gli altri vogliono che noi facciamo.

Se non c’è libertà di esprimere ciò che si è (giusto o sbagliato che sia) è impossibile imparare.

Nelle caverne gli uccelli non cantano; dobbiamo esseri liberi, se vogliamo creare.

Quando faccio riferimento alla società per comprendere ciò che siamo, ciò che facciamo mi rendo conto della realtà deforme che viviamo.

Società che corre senza una direzione, tappa dopo tappa, anno dopo anno, illusione dopo illusione; schiavi di un tempo che ci sfugge tra appuntamenti, scadenze e doveri nella speranza di vivere di più; persi dietro a lavori che non ci piacciono, scivolando lungo quei binari con gli occhi spenti dalla quotidianità e dall’effimero, in un perenne stato di non presenza; incapaci di fermarsi a respirare, guardare ciò che accade dentro e fuori di noi, per dare una nuova direzione di vita e rivendicare il nostro diritto di esseri umani.

Ricordate…

La vita ha un significato profondo, solo se hai uno scopo da conseguire.

Cosa mi porto da questo viaggio..?

Che non dovremmo chiederci cosa ha bisogno il mondo, ma chiederci, cosa ci fa sentire vivi, perché quello che ha bisogno il mondo, è di persone che tornano a vivere in una vita degna di essere vissuta.

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