Alleluia. Oggi è festa grande. La Chiesa celebra se stessa nella sua dimensione essenziale.
I testi liturgici ci inducono a pensare che stiamo celebrando la festa dei Santi che abbiamo festeggiato individualmente ed anche quelli che non conosciamo, compresi i nostri morti che commemoreremo domani.
La Parola di Dio, invece, nel contesto della celebrazione eucaristica è di ben più largo respiro ed associa nell’unica grande Chiesa di Dio tutti i salvati, di ogni nazione, razza, popolo e lingua, noi per primi.
In questo santo mistero, infatti, come i centoquarantaquattromila segnati, noi proclameremo che “ La Salvezza appartiene al nostro Dio” e, raccolti nello Spirito, “con Cristo, in Cristo ed in Cristo, a Dio Padre Onnipotente, daremo ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli”.
Sempre in questo santo mistero, noi siamo, tra i centoquarantaquattromila segnati, “coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”; ciò è avvenuto nell’atto penitenziale e tutte le volte che attualizziamo il nostro Battesimo, tanto da essere stati fatti degni di partecipare al banchetto eucaristico, per anticipare nel Sacramento la Gerusalemme celeste.
Grazie alla potenza salvifica del mistero che celebriamo, nell’incontro con Cristo-Parola che diventa realtà in noi, riceviamo la beatitudine di vedere e toccare Dio, perché siamo puri di cuore, di essere chiamati figli di Dio, perché costruiamo la pace, di ereditare il suo regno, perché a causa della giustizia abbiamo subito persecuzioni e calunnie. E’ quanto ci viene proposto nel realismo misterico dall’Antifona di Comunione.
Nella seconda lettura, l’Apostolo Giovanni ci ricorda la nostra dignità di figli:”vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente…Noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è.”(1 Gv.3,1-3).
Nel Battesimo siamo stati segnati con il sigillo: “Dio è Colui che ci rende saldi con voi nel Cristo e ci ha unto e ci ha anche impresso il sigillo (ό και σφραγισάμενος ήμας ). Il termine σφαγίς è usato nel contesto giudaico, per indicare la circoncisione, quale segno d’appartenenza. In Rom.4,11 viene usato con tale significato, ma in Filippesi 3,3, Paolo considera la vera circoncisione cristiana, spirituale :” Siamo noi i veri circoncisi” e in Colossesi 2,11-12 collega questa circoncisione al Battesimo, come assimilazione a Cristo che muore e risorge.
Gia nel II secolo la parola σφραγίς aveva un passato alle sue spalle: la sua applicazione al Battesimo è chiara nella II Lettera di Clemente (7,6; 8,6), dove si alternano con lo stesso significato sigillo e battesimo; il Pastore di Herma, poi, ha la formula definitiva: il sigillo è l’acqua (Sim.IX,16,4).
Nel Battesimo-sigillo Dio ha messo in noi la caparra dello Spirito, intesa nella duplice accezione di grazia battesimale e di dono escatologico dello Spirito, per cui noi siamo i Santi di Dio, il suo popolo santo.
La realtà misterica, tuttavia, ha messo a nudo le nostre coscienze nel confronto con la Parola e diventa impellente l’interrogativo sulla linearità del nostro percorso di vita. E’ proprio vero che la logica di Dio, quella delle Beatitudini, corrisponde alla nostra logica?
Spesso scegliamo di essere furbi, anziché semplici e facendo nostra la logica del perbenismo e del carrierismo imitiamo modelli che sono la negazione dello spirito evangelico.
Educando i nostri figli e quanti ci sono affidati in questo delicato compito additiamo loro, a volte incosciamente ( ed è più grave, perché vuol dire che la Parola non ci ha permeato nel profondo, la logica di Dio non è ancora habitus in noi) modelli negativi, tutte le volte che chiamiamo furbo o fortunato il ladro, sciocco l’onesto.
Accettiamo rassegnati l’omologazione dell’uno vale uno, l’insignificanza generalizzata, l’alzata di spalle collettiva, l’atteggiamento pilatesco… e anziché emergere e affermarci socialmente, culturalmente, politicamente, lasciamo correre chiudendoci a riccio gelosi custodi del nostro ‘particulare’! Manchiamo di visione!
Biblicamente, oggi, il Profeta parla al Popolo di Dio: “ Da tempo hai camminato per vie traverse, hai servito altri dei. Per questo Dio ti dà in pasto ai tuoi nemici, perché ti ravveda e viva”. Noi purtroppo non abbiamo l’abitudine di dare un senso teologico alla nostra storia.

Giuseppe Riggio