La Cgil Palermo condivide l’appello lanciato da un centinaio di sindaci dell’Anci, tra cui 50 primi cittadini della provincia di Palermo, con la richiesta di norme in sostegno per evitare il dissesto dei loro Comuni.
“La gravissima crisi finanziaria negli enti locali consegna ai cittadini della provincia palermitana un futuro incerto, con una sola certezza: i tagli ai servizi pubblici, già ai minimi – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, che chiede di scongiurare lo “tsunami” in arrivo per le nostre comunità.
Il tema dei bilanci dei comuni e del Comune di Palermo si intreccia con le possibilità della ripartenza. “Le difficoltà dei comuni e del Comune di Palermo, diciamolo chiaramente, rischiano di uccidere la ripresa – avvisa Ridulfo – Per quasi tutti i comuni della nostra provincia, compreso il capoluogo, la difficoltà nella riscossione dei tributi, a cominciare dalla Tari, è ormai strutturale, con tutto quello che ne deriva per i loro bilanci e per i servizi pubblici. La crescente evasione fiscale e dei tributi avviene a danno soprattutto dei cittadini più fragili, a cominciare dai più giovani, dagli anziani, dalle persone in situazione di disabilità, dai tanti lavoratori precari, ai disoccupati”.
A preoccupare la Cgil è in primo luogo la situazione del Comune di Palermo, con la sua bassissima capacità di riscossione delle entrate, il crescente accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) e l’effetto monstre del continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria. “E’ inaccettabile il fatto che la riscossione delle entrate, attraverso il contenzioso di Riscossione Sicilia nel periodo 2000-2018, sia stata appena dell’1,89 per cento, cioè dei 939 milioni di euro del gettito ne sono stati riscossi appena 17 milioni – osserva Ridulfo – Serve una modifica legislativa, perché senza una modifica degli obblighi normativi ,che impongono al Comune di Palermo, come agli altri, di accantonare l’equivalente di quello che pensa di riscuotere nel fondo rischi, sarà difficile trovare soluzioni a breve. E situazioni simili ci sono in tanti o in quasi tutti i comuni della nostra provincia”.
Per la Cgil Palermo è il tempo delle decisioni e della responsabilità. “Non c’è campagna elettorale che giustifichi il ‘tanto peggio, tanto meglio’. Il rischio è il blackout di Palermo, quinta città italiana, e della sua città metropolitana. Per questo assieme a Cisl e Uil abbiamo chiesto già lo scorso mese di luglio, ma fino ad oggi senza risultato, con una lettera aperta al consiglio comunale, e consegnata a sindaco e Prefetto, un “decreto salva Comuni”. Una norma che consenta ai comuni, come nella proposta dell’Anci, l’abbattimento del 50 per cento degli accantonamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) e consentire, in deroga alle disposizioni vigenti, l’assunzione di figure professionali qualificate all’interno degli enti locali”.