Roberto caro,

era stata, per usare le tue parole, una favolosa giornata quella di domenica 1 agosto alle Case della Canna. Ci eravamo lasciati col fermo proposito di ritrovarci, di fare ritorno in quel luogo mitico, come lo hai definito, senza sapere che non ci sarebbe stato più tempo, che non ci sarebbe stata una prossima volta. Ignoravamo che prima ancora che scoccasse la domenica successiva sarebbe finito tutto. Per sempre.

Non è giusto che sia finita in questo modo. Siamo increduli e nessuno di noi crede che possa essere andata così.

 

Conserveremo per sempre dentro di noi il post che hai pubblicato su fb all’indomani della traversata della Costituente che si è conclusa con la presentazione del tuo ultimo libro, “immersi nella natura più vera del paesaggio e del territorio madonita”: «Presentare “Suca, storia e usi di una parola” in questi luoghi potrebbe sembrare decontestualizzato, ma Mario Sottile, Damiano Sabatino, Pino Di Gesaro e tutti gli amici della Costituente per Castelbuono sanno il perché».

 

E il perché – adesso si può dire – risiede nel tuo amore smisurato per queste montagne, per le Madonie, che noi della Costituente condividiamo in toto nel profondo. Le Madonie devono vivere. E tu avevi fatto la scelta assai coraggiosa di continuare a vivere a Caltavuturo pur lavorando all’Università a Palermo. Perché la resilienza è una cosa seria e, più che predicarla, bisogna praticarla. Lo hai detto a chiare e significative parole moderando l’incontro che ha visto la partecipazione dell’ex ministro Fabrizio Barca, ideatore della SNAI, e ovviamente le tue parole non sono piaciute affatto a coloro che hanno certamente qualche responsabilità in questa fine ingloriosa delle Madonie. Il nostro malessere nel constatarne il declino e l’oblio è il presupposto della volontà di riscatto delle Madonie che ci avrebbe visto fianco a fianco con te e che porteremo avanti nel tuo nome e nel tuo ricordo.

 

Nell’immensa tristezza di queste ore, caro Roberto, ci solleva sapere che domenica 1 agosto alle case della Canna, provando un grande senso di dolcezza, ti è riuscito di ricomporre un ancestrale puzzle – un po’ come nel logo della Costituente – dove tuo padre, Peppino Sottile, figlio di pastori di Castelbuono da un lato e tu dall’altro siete stati incredibilmente riconnessi nel tempo dalla figura e dalle rimembranze dû Su Vanni Cangelosi, classe 1932, compagno di scuola di tuo padre e autentica “memoria storica di queste montagne e della cultura materiale delle sue genti”. Uno che avrebbe potuto fornirti sterminati materiali etnodialettali per un nuovo lavoro attorno alle «parole della montagna» ma anche elencare a memoria la toponimia popolare di ogni purteddra, di ogni vallata, di ogni pianoro delle nostre contrade. Uno degli ultimi pastori delle Madonie. E «Lessico dei pastori delle Madonie» è, significativamente, il titolo di uno dei tuoi primi lavori (di una serie lunghissima) pubblicati nei Materiali dell’Atlante Linguistico della Sicilia di cui sei stato deciso e preciso animatore oltre che sicuro punto di riferimento per tutti i tuoi colleghi del gruppo di linguisti palermitani.

 

Dopo avere scandagliato scientificamente i tanti ambiti della linguistica, della sociolinguistica della geo-etnodialettologia, sei ritornato alle tue Madonie con altri lavori scientifici di pregio e certamente per la tua generosità avresti offerto ancora tanto in termini di contributi linguistici, di partecipazione civica, di impegno politico, di presenza attiva e fattiva. Ma il tempo è stato assai avaro con te. Molti di noi ti hanno conosciuto appena, altri ti conoscono da sempre, qualcuno, assente domenica 1 agosto, ha perso l’occasione per conoscere una persona come poche.

Roberto Sottile, castelbuonese di Caltavuturo, tenace e orgoglioso madonita, sempre nei cuori di ciascuno di noi con la tua stessa caparbia, con la tua stessa saggezza ma anche con il tuo solare sorriso per arrivare al traguardo di un domani migliore per le nostre comunità.

 

La Costituente per la Castelbuono di domani