Società

SICILIA: DANNI DA MANCATI PAGAMENTI: LE IMPRESE EDILI FANNO CAUSA ALLA REGIONE

Il Consiglio generale di Ance Sicilia ha
deciso di dare mandato ad uno studio legale affinché promuova un
ricorso collettivo delle imprese edili associate – ciascuna per le
proprie competenze – in sede civile e presso la Corte dei conti,
contestando alla Regione siciliana il danno (costituito dal danno
emergente e dal lucro cessante) arrecato alle stesse imprese
dall’omesso pagamento, protrattosi per oltre otto mesi, delle fatture
relative a forniture e lavori eseguiti.
Le imprese non vengono pagate da novembre del 2020 e, come è noto, per
adempiere ai propri impegni la Regione ha accumulato 4 mesi di ritardo
nell’approvare il proprio Bilancio (fine aprile scorso) e ulteriori 3
mesi “soltanto” per il riaccertamento dei residui passivi. E solo in
questi giorni sono stati resi disponibili in Cassa per pagare le
imprese circa 3,2 miliardi di euro.
Sarà, inoltre, segnalata alla Procura della Corte dei conti
l’opportunità di valutare un’azione per danno erariale, sempre nei
confronti della Regione, conseguente ai risarcimenti che
l’amministrazione dovesse essere condannata a riconoscere ai ricorrenti.
Quello di affidare commesse senza avere la necessaria copertura
finanziaria è un malcostume che l’Ance Sicilia denuncia da anni,
perché costringe le imprese a farsi carico degli oneri per i debiti
assunti dall’amministrazione regionale, sottoponendosi a
sovraesposizioni bancarie e costi che, prolungati fin troppo, portano
le imprese all’impossibilità di operare e, spesso, al fallimento. Un
metodo non più tollerabile, ancor più ora che alla crisi del 2007, mai
superata, si è aggiunta quella creata dalla pandemia da Covid-19.
L’Ance Sicilia si chiede se questi ritardi siano creati ad arte per
coprire una mancanza di liquidità, oppure se siano conseguenza di una
incapacità della macchina amministrativa di funzionare correttamente.
Ma in entrambe le ipotesi sono gravi le responsabilità, e non possono
essere le imprese a pagarne il conto.
La Regione dovrà essere politicamente ed amministrativamente più
veloce e competitiva, se non vuole mandare in necrosi il tessuto
imprenditoriale della nostra Isola e se vuole cogliere le future sfide
del “Pnrr”.
“La nostra azione – sottolinea il presidente di Ance Sicilia, Santo
Cutrone – è in questa fase rivolta a tutelare le imprese ed i
lavoratori dai ritardi registrati quest’anno, ma proseguirà con
successive iniziative sul piano dei principi normativi, anche per
evitare che simili situazioni si ripresentino negli anni a venire”.
Ance Sicilia, infine, promuoverà un’azione legale contro l’arbitraria
decisione della Regione di ridurre unilateralmente – e persino con un
ulteriore taglio del 5% all’anno, oltre a quello già operato nel 2013,
sempre del 5%, rispetto agli importi validi in sede nazionale – i
canoni di locazione dovuti contrattualmente per immobili presi in
affitto da privati, anche in questo caso arrecando un notevole danno
alle imprese edili proprietarie.

redazione

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