Il responsabile del territorio parrocchiale della cittadina del palermitano nega immotivatamente l’uso di una fra le chiese più emblematiche in esso custodito

Alla vigilia dell’XI° edizione dell’Infiorata Termitana (in programma dal 24 luglio al 8 agosto 2021) nella splendida cornice di Termini Imerese la chiesa locale sbalordisce tutti con la negazione di una delle chiese più belle del suo patrimonio, quella di San Giacomo.

Emblematiche le fattezze architettoniche del monumento che richiama la più famosa chiesa dello Spasimo di Palermo.

La Chiesa di San Giacomo fu un tempo ex chiesa matrice e probabile sede dell’antico vescovado di Termini Imerese, abolito con l’arrivo dei Normanni. Durante i secoli essa subì delle modifiche che la segnarono radicalmente. Nelle pareti laterali si intravedono delle croci affrescate, simili a quelli dei Cavalieri di Malta. Fu sede della Congregazione dell’Assunta. Nel ‘500 l’edificio, molto pericolante, cedette il titolo di chiesa Madre all’attuale San Nicola di Bari, posta nella piazza principale della città.

Nel 1943 durante un bombardamento una bomba inesplosa colpì la parte centrale della copertura causandone la definitiva rovina e trasformando il suo spazio in un luogo dal rinnovato fascino, così come la ammiriamo tutt’oggi.

Ma torniamo ai fatti precedenti la manifestazione dell’Infiorata.

Il ricco palinsesto – cha peraltro aveva ricevuto il patrocinio gratuito dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e della Identità Siciliana e del Comune di Termini Imerese  e che era articolato in quattro date volte a celebrare l’anno santo giacobeo del 2021, che ha visto proprio i Maestri Infioratori di Termini Imerese rappresentare la Sicilia nella fiera mondiale in onore del Santo Apostolo, nella località di Santiago de Compostela – poneva a fulcro della serie di eventi la Chiesa di San Giacomo per il suo alto valore simbolico e per la naturale vocazione di questo luogo.

Nonostante la richiesta scritta al responsabile del territorio parrocchiale – dalla quale dipende la Chiesa di San Giacomo – e il suo, iniziale, positivo riscontro, gli organizzatori si sono trovati di fronte un inaspettato ed immotivato “no” alla vigilia dell’iniziativa.

Sorpresa e amarezza hanno conseguentemente segnato duramente il grande risultato e il richiamo registrati nell’edizione di quest’anno. “Ancora una volta a Termini Imerese viene negato uno dei luoghi più importanti che avrebbe impreziosito l’eccezionalità dell’evento legato al Cammino di Santiago de Compostela, un’occasione curata nei minimi dettagli in ben due anni di preparazione e sotto la supervisione del consiglio  direttivo della commissione catalana –  affermano unanimi il Presidente ed il Consiglio Direttivo dell’associazione Madonna delle Grazie e Maestri Infioratori di Termini Imerese – vanto per la nostra comunità dal momento che siamo stati chiamati a partecipare assieme ad oltre 90 paesi nel resto del mondo.  Basti pensare che in Sicilia sono state solo quattro le località coinvolte. L’Associazione dei Maestri Infioratori, è stata scelta per la realizzazione del tappeto infiorato e aveva inserito e chiesto la visita della chiesa di San Giacomo nel nostro bellissimo centro storico come possibile location da visitare in quanto vicino alla piazza principale della città.  Con grande sorpresa e rammarico, a pochi giorni dalla manifestazione questo accesso momentaneo per la semplice visita di turisti, visitatori e cittadini è stata negata. Oggi il nostro consiglio direttivo e tutte le associazioni che hanno collaborato all’evento si chiedono il perché di ciò? E come si possa continuare ancora una volta ad ostacolare normali e volontari progetti per la collettività di carattere culturale. Peraltro l’Associazione vanta anni di esperienza e conoscenza ed anche percorsi formativi cristiani. Ribadiamo che siamo stati sempre disponibili per la città con grande spirito collaborativo e costruttivo, ma notiamo, e non solo noi, che sembra quasi inutile parlare di cultura quando non si spalancano liberamente le bellezze cittadine senza pretese, imposizioni e favori. Ancora una volta è la cultura di Termini Imerese che paga la conseguenza per scelte non nostre. Concludiamo la nostra nota ribadendo che i beni immobili patrimonio culturale della città di Termini Imerese (e della Chiesa) sono dei termitani senza i personalismi inutili”.

A seguito di questi avvenimenti l’associazione Madonna delle Grazie e Maestri Infioratori di Termini Imerese ha inoltrato una email pec all’Arcidiocesi di Palermo per portarla a conoscenza di quanto accaduto.