Le star della musica italiana celebrano tutte quante assieme Franco Battiato, a poco più di quattro mesi dalla sua scomparsa. Il prossimo 21 settembre l’Arena di Verona ospiterà un concerto-tributo al cantautore siciliano, tra gli artisti che più di tutti hanno rivoluzionato la canzone italiana con dischi come “L’era del cinghiale bianco”, “Patriots”, “La voce del padrone”, “L’arca di Noè”, fino ai lavori degli Anni ’90, da “Come un cammello in una grondaia” a “Gommalacca”. Senza dimenticare i dischi del periodo cosiddetto sperimentale, quelli che tra il ’72 e il ’78 lo videro imporsi sulla scena prog-rock: da “Fetus” a “L’Egitto prima delle sabbie”.
Il tributo, originariamente pensato per celebrare il quarantennale de “La voce del padrone”, l’album che nel 1981 vide Franco Battiato conquistare le classifiche (fu il primo disco italiano a superare il milione di copie vendute: dentro c’erano hit come “Bandiera bianca”, “Cuccurucucù” e “Centro di gravità permanente”, che fecero dell’artista siciliano un cantautore pop sui generis), si è poi trasformato in seguito alla scomparsa di Battiato in un omaggio più ampio alla sua eredità artistica, che si compone di più di trenta album, successi scritti per altri artisti (da Alice a Giuni Russo, passando per Milva) e pure opere colte.
L’evento è stato organizzato dai più stretti collaboratori del cantautore, il team capitanato da Franz Cattini, manager al suo fianco fino agli ultimi progetti. “Non c’è più nulla nei cassetti. Direi che questo è l’ultimo album di Franco Battiato”, disse Cattini in occasione dell’uscita di “Torneremo ancora”, il disco del 2019 contenente l’omonimo inedito. E a chi chiedeva informazioni sullo stato di salute del cantautore aveva risposto: “Non possiamo dire che stia male, quando lo sentiamo al telefono dice di stare bene. Ma non sta sufficientemente bene da poter essere qui a parlare con tutti noi”.
Parlavo qualche giorno fa di questo concerto-tributo a Franco Battiato con un amico che lavora in discografia, e che, come me, aveva acconsentito a non rivelarne la notizia fino all’ufficializzazione. E gli dicevo che a questo concerto mi piacerebbe esserci, e anzi che ci andrei appositamente, anche dovendo tornare in Italia dall’estero dove attualmente mi trovo. Ma che sono frenato dal timore che possa rivelarsi una delusione.
fonte: Rockol
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