Attualità

Prevenzione donna, promuovere campagne di screening al femminile

“Prevenzione donna” è il webinar che si terrà il 21 giugno dalle 15.30.L’evento nasce dalla collaborazione tra AIDM sez. di Palermo, l’Associazione MarcoSacchi e la FISMU.
Un confronto on line con esponenti della medicina, della comunicazione e del giornalismo siciliano per portare avanti una campagna di comunicazione sugli screening oncologici femminili e non solo. E’ consistente il calo dei controlli dovuto alla pandemia da Covid. Lo sforzo potrebbe salvare migliaia di vite ogni anno.
Dopo mesi di attenzione riservata esclusivamente all’emergenza pandemica, si ricomincia finalmente a parlare di prevenzione per le donne attraverso strategie organizzative e di comunicazione per implementare le campagne di screening.

L’incontro è stato organizzato con la partecipazione dell’Ordine dei Giornalisti Siciliano che ha creduto in questo progetto informativo/formativo al fine di creare un linguaggio nuovo, condiviso con operatori sanitari specialisti, MMG, psicologhi e giornalisti stessi

Il SSN ha avviato da anni un Piano Nazionale delle Prevenzione basato su tre programmi di screening per la prevenzione dei tumori di cui due tipicamente femminili, seno e collo dell’utero, e il terzo dedicato a lei e a lui, la prevenzione del tumore del colon-retto. L’evento “Prevenzione Donna” vuole fare il punto del Piano di Prevenzione in Italia ed in Sicilia: ragionare su quali siano state le motivazioni dei ritardi attuativi negli anni dello stesso e quali gli ulteriori effetti CoVid 19 generati sulla tabella di marcia. Analisi dei problemi, discussione, soluzioni possibili.

Dalle valutazioni effettuate è infatti emersa una riduzione della propensione alla partecipazione che è meno accentuata per lo screening cervicale (-17%), mentre è più elevata per lo screening colorettale (-20%) e per lo screening mammografico (-21%). La riduzione del numero di persone esaminate dipende non solo dalla riduzione del numero degli inviti, ma anche dalla tendenziale minore partecipazione nella fase immediatamente precedente il lockdown e successivamente alla riapertura. Tale riduzione è dovuta, almeno in parte, alla elevata percezione del rischio infettivo da parte degli utenti, che può scoraggiarli dal recarsi in strutture di tipo sanitario. L’emergenza sta nel fatto che ad oggi il ritardo accumulato non solo non vi stato un recuperato, ma anzi si è accentuato: complessivamente si osserva una riduzione di oltre due milioni di esami di screening (precisamente 2.118.973 dati aggiornati a settembre 2020)

Redazione

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