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Lampedusa nuova meta del turismo estetico:l’isola siciliana fa da apripista ad un nuovo tipo di viaggi dove accanto a mare e natura ci sono filler e botox. La dottoressa Anna Calascibetta: “In un anno segnato da una pandemia, questo genere di vacanza può risultare vincente per rinvigorire il settore”.

Si chiama turismo estetico ed è la pratica che mette insieme il “ritocchino” di medicina estetica ad una vacanza. A fare da apripista in Sicilia è Lampedusa, vecchia meta di vacanze relax tra mare e natura e nuovissima meta di vacanze benessere, dove i trattamenti più gettonati – come filler o botox – non solo costano meno rispetto al Nord, ma possono essere fatti al riparo da occhi indiscreti.

Il trend nato negli anni Ottanta sta vivendo così un nuovo boom sulle orme di una vera e propria migrazione “estetica” che vede la perla del Mediterraneo, con la sua Isola dei Conigli, le sue spiagge incontaminate e il mare cristallino a perdita d’occhio, come capofila in Sicilia.

Il “low cost” rispetto a Milano o Roma di certi trattamenti è senz’altro un incentivo, ma a fare da traino per chi sceglie questo tipo di turismo è soprattutto l’essere distanti da tutto e da tutti. Ci si ritrova così in un ambiente rilassato durante un soggiorno in cui non si pensa che a se stessi: una condizione ideale per effettuare micro-interventi al corpo o al viso.

Filler, tossina botulinica, biostimolazione e rimozione di lesioni cutanee sono alcuni degli interventi che è possibile effettuare a Lampedusa. “In un anno segnato da una pandemia, dove il turismo è stato messo in ginocchio, questo genere di vacanza può risultare vincente”, spiega la dottoressa Anna Calascibetta, medico estetico palermitano specializzato al Fatebenefratelli Roma, attualmente socio di prestigiose realtà scientifiche come Sif, Sime e Sies e anche medico estetico dell’isola.

Partire dunque per rigenerarsi. “Concedersi del tempo è una priorità, concederselo lontano da tutti è un sogno – prosegue la dottoressa Calascibetta -. Fare il ‘ritocchino’ in vacanza potrebbe essere il quid in più. Potrebbe essere un modo infatti per rilanciare non solo il turismo ma anche il settore della medicina estetica che il Covid ha stoppato non essendo una priorità”.