Società

“Cerco un centro di gravità permanente” Battiato canta e ci racconta….ancora

Hanno scritto di lui i migliori giornalisti, dopo la sua recente scomparsa, lo hanno ricordato come un grande cantautore e musicista, lui Franco Battiato, un’icona della musica e dei testi che ci hanno fatto cantare in tante circostanze con ritornelli più o meno divertenti e significativi .

Ebbe grande successo di critica, ed un percorso di vita personale e professionale eclettico accostando stili di musica a pensieri di studio di filosofia e ricerca sperimentale, che lo hanno reso davvero unico.

Oggi vogliamo fermarci su alcuni testi che hanno fatto davvero la storia e che non possiamo non ricordare per la bellezza del significato.

Era un tormentone:  “cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose , sulla gente…” cos’è questo centro di gravità? È uno stadio della coscienza che forse tutti cerchiamo, uno stadio di equilibrio che raggiungiamo dopo un lungo lavoro di introspezione, in cui riusciamo ad essere capaci di “esserci con pienezza d’animo” senza essere in balia degli istinti e dei tanti capricci del destino.

Battiato ricordò in un’ intervista  di avere scritto questo testo non di facile comprensione per strani accostamenti di immagini e parole, puramente evocative in un momento di grande smarrimento, da qui il canto e la ricerca anche sonora  di pace.

La felice struttura armonica e ritmica, con un susseguirsi di immagini rese felice l’accostamento delle parole, divenendo un tormentone.

A proposito della difficoltà di comprensione dei suoi testi scrisse: “Credo, al contrario di quelli che non hanno capito niente dei miei testi e li giudicano una accozzaglia di parole in libertà, che in essi ci sia sempre qualcosa dietro, qualcosa di più profondo . Quando si intende adattare un testo alla musica si scopre che non è sempre possibile. Finché non si fa ricorso a quel genere di frasi che hanno solo una funzione sonora. Se si prova allora ad ascoltare e non a leggere, perché il testo di una canzone non va mai letto ma ascoltato, diventa chiaro il senso di quella parola, il perché di quella e non di un’altra. Per capire bisogna ascoltare, serve .animo sgombro: abbandonarsi, immergersi. E chi pretende di sapere già rimane sordo.»

Considerato un cantautore innovativo ed eclettico, Battiato ha avviato una ricerca personale che spazia tra soluzioni sonore molto eterogenee, comprendenti l’uso dell’elettronica e la citazione della musica classica, elaborando testi che sono dei veri e propri pastiche letterari contenenti citazioni colte, terminologie pop e svariati riferimenti filosofici.

Anche la sua insolita voce desta molta attenzione, facendo leva su una timbrica nasale molto particolare, assai vicina alla tecnica vocale del falsetto.

Chi poi non ricorda la “Cura”: questo inno alla bellezza dei sentimenti , quasi un cantico che canta dell’amore che sa prendersi cura, quello che tutti vorremmo, rileggiamone insieme alcune frasi:

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare

Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te

Inutile dire che ogni verso è pura poesia, non c’è essere al mondo credo che non si emozioni nell’ascoltare questo brano. La grandezza degli artisti che superano le leggi dello spazio e del tempo è proprio questa, l’essere riusciti a colpirci raccontando in modo semplice le cose semplici.

Oggi più che mai spesso chiusi nelle nostre solitudini, sentiamo il bisogno di ascoltare la musica, un testo come questo ci avvolge come uno scialle accarezzandoci, grazie maestro Battiato, hai toccato più di una volta le corde giuste dell’animo umano.

Lo ricordiamo ancora tra le tante strofe , per una,  arci nota che rispecchia i nostri tempi, è che forse sarebbe il caso di canticchiare più spesso:

«Mr. Tamburino non ho voglia di scherzare / rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare.»
(Franco Battiato, Bandiera bianca)

Ciao Maestro…….

Sabrina Miriana

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