Ci sono libri che vanno letti e raccontati non solo per la loro trama , più o meno interessante, quanto per lo stile e la bellezza sonora e linguistica delle parole usate per narrare le vicende.

Terramarina è uno di questi libri , l’autrice Tea Ranno siciliana d’origine ci sorprende ancora una volta dopo il suo libro Amurusanza, in cui con un termine antico ci raccontava la vita fatta di cose semplici e piene d’amore, nonché la volontà di pensare di potere cambiare il mondo a “colpi di poesia”.

Ancora una  volta, la protagonsta resta lei la tabbacchera, Agata, che dopo la morte prematura del marito Costanzo, per un infarto causato dai dispiaceri per l’esproprio ingiusto di un terreno da parte di mafiosi del luogo, diviene sindaca  del paese e comincia a rinnovare lo stile di vita dello stesso.

Il romanzo comincia con la scena della notte di Natale , la festa per eccellenza che non ammette solitudini.

Mentre tutto sembra scorrere nella normalità, qualcosa d’insolito accade, “lassatimi sula “ esordisce la tabbacchera, vuole stare sola a pensare al suo amore Costanzo , morto giovanissimo e al pensiero turbolento di un uomo da poco conosciuto di cui sente già la mancanza.

Il parroco del paese si presenta dalla tebbacchera,  consegnandole il fagottino di una bimba appena ritrovata abbandonata .

Appresa la notizia, l’intera comunità si stringerà con gioia attorno alla piccolina, cercando di non farle mancare affetto, serpeggia però  tra tutti una domanda comune: “chi è quella madre sciagurata che ha abbandonato la bambina ed ha reciso il cordone ombellicale con i denti?”.

Gli occhi di tutti saranno puntati su una giovane ragazza, additata come pazza, ma solo ascoltandola verranno fuori fatti e verità taciute ,che daranno una lettura diversa degli eventi.

La bimba piange e la sindaca , infila la mano nella scollatura dell’abito e tira fuori una mammella a cui la boccuccia della bimba si attaccherà e cuieterà, succhia non latte, quel seno è asciutto, ma amore.

In quell’istante naturale Agata, la sindaca, che aveva sempre desiderato un figlo comprende che si può essere madre in modi diversi e avere figli d’amore, non di ventre, l’amore, questo conta, ed il destino di ciascuno di noi è spesso in mano a fili intrecciati da un disegno superiore di cui sconosciamo il fine.

Agata si era aavvolta in uno scialle nero, nascondeva se stessa, la sua vita, i suoi desideri di donna giovane, aveva chiuso l’armadio con i suoi abiti colorati, per vestirsi solo di lutto, ma era un fuoco acceso e i fuochi non si possono spegnere facilmente, se alimentati dalla vita. Lei discreta conduceva la sua vita da vedova, dopo la morte di costanzo, ma gli occhi erano sempre puntati su di lei , bella e forte era desiderata da tutti, le donne “invidiose” dicevano che aveva fatto un patto col diavolo , la sua grazia e bellezza, non erano normali, per questo era temuta, poteva “manciarisi” i loro uomini.

Solo dopo mesi comincia a provare una nuova passione per un uomo che conoscendo la sua condizione di vedova, è discreto, attento, manieroso, ma l’esplosione di attrazzione è fortissima e tra i due accade quello che doveva accadere, cosi finiscono per amarsi.

Tra di loro l’erotismo esplode ed è descritto in un modo incredibile, e delicato nello stesso tempo, si mordono, con le mani libere da remore e impacci , si toccano e si annusano lontano da occhi indiscreti, i loro corpi smettono di ubbidire, fanno solo ciò che desiderano, la vita accarezza dinuovo corpo e anima, ed Agata torna a colorarsi.

Lei in un momento di confidenza dirà: “mi scantavo di perdere la bussola”in realtà la vita insegna che qualche volta bisogna perdersi per tornare a vivere.

Verranno fuori novità sulla storia della madre della bimba abbandonata, ci sarà Giona , un anziano che racconterà, sarà lui colui che riparerà i ricordi, un compito difficile, un esercizio di pazienza in cui servono tanti attrezzi.

L’amore ripara tante cose, Terramarina , un nome , un desiderio che il lettore scoprirà piano piano , il lettore si renderà conto di quanto importante sia il viaggio, anche come metafora, i viaggi bisogna augurarsi siano lunghi e pieni di sorprese, bisogna imparare a conoscere l’anima dei luogi e il respiro delle cose, anche di quelli che non sempre ci piacciono.

In questo libro si parla delle assenze che certe volte diventano presenze che mordono il cuore, la vita per fortuna è sempre piena di sorprese, per questo si leggono nelle pagine continue folate di vento speranza, tutto può sempre cambiare, l’inatteso è dietro l’angolo.

La vita ci piega attraverso il dolore , ma ci ordina anche di tornare a vivere , ad essere leggeri capaci di riprenderci ciò che ci spetta, perchè un pezzetto di felicità è concesso sempre a tutti, il tempo non dorme sempre! .