Oggi è la Giornata internazionale dell’ambiente (World Environment Day o WED), approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite con GA Resolution (A/RES/2994 (XXVII)) del 15 dicembre 1972, fondamentale sensibilizzare l’opinione collettiva sui principali eventi catastrofici che si stanno verificando a ripetizione nel mondo come riportato anche dal Global Report on Internal Displacement 2020.
Recentemente stiamo assistendo al disastro ecologico che ha colpito le coste dello Sri Lanka dove è avvenuto il naufragio di una nave container Mv-X Press Pearl, a largo del porto di Colombo, che trasportava tonnellate di mate-riale chimico. Molti esperti e studiosi hanno sottolineato l’estrema gravità della situazione: il professore di oceanografia all’Università dell’Australia Occidentale, Charitha Pattiaratchi, in merito alla questione ha riferito che i granuli di plastica rilasciati potrebbero viaggiare fino all’Indonesia e alla Somalia mettendo a rischio la vita marina.
Ricordiamo anche il disastro nucleare di Fukushima del 2011; gli enormi incendi verificatisi in Siberia (L’Artico è in fiamme: le conseguenze sul climate change, https://ilbolive.unipd.it/it/news/artico-fiamme-cambiamento-climatico) e in Brasile con la foresta amazzonica (report di Wwf-Boston Consulting Group (BCG)); ultima inquietante vicenda: 25mila barili pieni di rifiuti tossici sepolti nelle profondità dell’oceano al largo della costa della California meridionale vicino a Catalina Island.
In Italia si riscontrano svariate violazioni ambientali; ultimamente si è molto discusso del traffico di rifiuti dal Nord al Sud verso il Salento; del caso dell’ex Ilva; della diga “Sciaguana”, nel territorio del Comune di Agira (En), e dell’enorme disastro verificatosi nelle acque della Liguria a 4 miglia a sud di Voltri, sulla motonave Haven di bandiera cipriota, nel 1991.
Il disastro ambientale sulla costa israeliana del Mediterraneo
Al largo della costa della California meridionale vicino a Catalina Island ci sono circa 25mila barili pieni di rifiuti tossici sepolti nelle profondità dell’oceano. Si tratta di un disastro ambientale che dura da più di 70 anni.
Il CNDDU propone ai docenti di ogni ordine e grado, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla G-suite (classroom / g-sites), di costruire una mappa dei principali disastri ambientali avvenuti negli ultimi anni nel mondo da pubblicare su una classroom / g-sites collettiva. La scuola diventa così una sentinella ambientalista. L’analisi potrebbe interessare anche notizie ed eventi di reati ambientali compiuti nel proprio territorio di riferimento. Le scuole potranno inviare quanto prodotto all’email: coordinamentodirittiumani@gmail.com perché venga pubblicato e segnalato sui nostri canali social.
Rilanciamo lo slogan della prima celebrazione avvenuta nel 1974 attraverso l’hashtag #OnlyOneEarth; #UnaSolaTerra .
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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