La memoria è vita e speranza per il futuro. La memoria dei nostri Partigiani è in tutta Italia la forza per difendere la Repubblica, la Costituzione e la Vostra libertà”.

Queste parole sono di Libero Michelucci e Catia Costanzo Boschieri, autori della pubblicazione “Santo Santino, un marinaio di Gratteri con i Partigiani del Monte Grappa”, in occasione della presentazione della stessa nell’aula consiliare di Gratteri il 6 novembre 2015. Di quell’incontro, tenuto alla presenza dei rappresentanti dell’A.N.P.I., delle Autorità, di concittadini, amici e compagni madoniti, e delle scolaresche gratteresi, ciò che ci impressionò fu la straordinaria lucidità e la capacità di analisi del nostro Partigiano, ed ancora il racconto vivo della propria esperienza, tra il febbraio 1944 e maggio 1945, ricco di particolari.

Prima di allora ignoravo la reale portata della sua storia partigiana. Non la conosceva nessuno a Gratteri. Fino a qualche tempo fa. E’ stato un caro amico a parlarmene, scomparso nel 2017, Costantino Lapi, giornalista di origine gratterese, anch’egli emigrato a Livorno.

Un riserbo che non riesco a spiegarmi se non con la sorprendente modestia che ha contraddistinto nella vita il nostro Santo: un uomo tutto d’un pezzo, educato dalla famiglia ai valori dell’onestà, della lealtà e del lavoro, nel solco della cultura cattolica tradizionale da un lato, e degli ideali socialisti dall’altro; un socialismo militante (ho già scritto nella presentazione al libro), a difesa della “povera gente”, dei lavoratori e della loro dignità. Un uomo che ha saputo mantenere dritta la schiena, che ha conservato la propria dignità, lontano da logiche opportunistiche, coerente con i propri principi, che si è ispirato costantemente all’esempio di vita e all’azione politica di quel gigante della storia italiana del Novecento che è stato Sandro Pertini.

Una figura imponente, quella di Santo, per dignità e risolutezza verso la quale non ho potuto non provare un sentimento di gratitudine e di ammirazione. Perchè è anche attraverso il suo coraggio espresso nella Resistenza, in quella straordinaria epopea che lo vide attivo sulle montagne del Veneto, nella Brigata Matteotti, che questo nostro Paese ha potuto imboccare la strada della libertà e del progresso civile. E’ anche grazie al suo contributo esemplare che abbiamo quella meravigliosa  opera di ingegno che è la nostra Costituzione. Ne furono loro, i Partigiani, i primi artefici – non dimentichiamolo- attraverso la lotta per la liberazione dell’Italia dal Nazifascismo, che nell’unità delle forze democratiche superò divisioni geografiche, culturali e ideologiche; furono loro i primi costruttori della nostra Repubblica.

Ricordo ancora l’emozione forte che provai, da Sindaco protempore di Gratteri, insieme ai familiari, ai compagni e agli amici di Santo, a Livorno, il 12 ottobre 2017, nella sala di rappresentanza del Comune, quando venne ripresentata la pubblicazione alla presenza delle autorità locali e dell’ANPI.

E il racconto, che il nostro Partigiano mi confidò, sulla straordinaria accoglienza ricevuta dai cittadini di Maser – città che aveva liberato dall’occupazione nazi-fascista il 28 aprile 1945 – quando successivamente vi fece ritorno.

Ma anche di quando parlava del legame strettissimo con il suo grande amico veneto Tonino Boschieri, che nella fuga da un rastrellamento fu catturato dai nazi-fascisti, e dopo due giorni di efferate torture fu impiccato insieme ad altri 6 suoi compagni.

Il nostro Partigiano Santo, dopo l’8 settembre 1943, allora poco più che ventenne, fece una precisa scelta di campo, quella di mettere a rischio concreto la propria vita per difendere i valori della libertà e della democrazia. La sua scelta coraggiosa deve costituire un imperativo morale per la nostra e le future generazioni.

E’ un monito a custodire quella libertà conquistata a caro prezzo dai fondatori della Repubblica.

Il motto del nostro Partigiano era: le parole convincono, le azioni trascinano.

GRAZIE Partigiano Ciclone per l’esempio che ci hai lasciato, per la Tua storia, la storia di un uomo di cui possiamo legittimamente sentirci fieri.

28 maggio 2021

                                                                       Giacomo Ilardo