Ogni anno, a fine maggio “si sgavita la muntagna”. Decine di pastori, centinaia e centinaia di capi di bestiame, al suono della campana, si spostano dalle loro contrade, per riunirsi, mano a mano che si risale la montagna, fino ad arrivare a Geraci Siculo. Poi ancora più su, dove ad attenderli ci sono i pascoli più alti della Sicilia.
E’ l’evento che da sempre segna, nel puntuale calendario degli allevatori geracesi, l’inizio dell’estate. Da più di dieci anni la “transumanza” è anche diventata un’apprezzata occasione di promozione turistica, unica nel suo genere, che offre la possibilità di assistere dal vivo ad un rito ancestrale che affonda le sue radici nella notte dei tempi, per ritrovarne traccia nello Statuto istitutivo del cmune di Geraci. E’ qui che per la prima volta venne stabilita la data del 24 maggio come giorno dedicato alla transumanza verso terreni di proprietà pubblica, che il comune assegna ai pastori per garantire pascoli ricchi e freschi anche nei mesi estivi.
Quest’anno l’evento di terrà domenica 23 maggio e, a causa della pandemia ancora in corso, non sono previsti gli ormai consueti eventi collaterali che accompagnavano la “festa della Transumanza”, ma il comune di Geraci Siculo non rinuncia a promuovere uno dei momenti più significativi per la comunità geracese.
“La transumanza è un omaggio alla natura, agli animali e all’uomo che sa vivere in simbiosi con il creato, consapevole di esserne parte e non padrone – afferma il sindaco delborgo madonita Luigi Iuppa – assistendo alla transumanza possiamo ricordare l’identità più profonda e vera della nostra comunità”.
“Ora i pastori a Geraci siamo un centinaio, prima eravamo molti di più – afferma Giovanni Corradino, 81 anni, quasi tutti trascorsi facendo il pastore. Se la fai con impegno e passione non c’è vita migliore di quella di un pastore” assicura il più anziano fra i pastori geracesi ancora in attività che aggiunge: “Non ho mai pensato di percorrere un’altra strada. Che motivo hai se ti senti felice?”
Francesco Di Pasquale invece ha 19 anni e dopo aver conseguito il diploma in agraria ha scelto di fare il pastore: “Mi piace lavorare in campagna, all’aria aperta e con gli animali. Ho studiato per dare un contributo migliore all’azienda di famiglia, unendo tradizione e innovazione. Fra i miei coetanei c’è chi è contento della mia scelta e chi mi dice “chi te lo fa fare”. Ed io rispondo: “La passione me lo fa fare!”. Per il resto vivo esattamente come tutti i miei coetanei. Esco, mi diverto. Certo, magari ho qualche pensiero in più e qualche giorno libero in meno, perché le mie 100 capre non riposano la domenica”.
“La transumanza fa di Geraci Siculo un grande teatro all’aperto – conclude il sindaco Luigi Iuppa. – Un evento nel quale però non c’è né finzione né recitazione. Tutto quello che accade è reale. E’ la tradizione che si perpetua. E’ la nostra identità che si palesa proprio davanti i nostri occhi”.