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Cgil. Il 30 è la giornata della memoria dedicata ai sindacalisti uccisi

Venerdì  30 aprile si celebra  la Terza Giornata della memoria dedicata ai sindacalisti uccisi dalla mafia.
   Una giornata che la  Cgil, nel suo ultimo congresso, ha deciso di istituzionalizzare il  30 aprile,  anniversario dell’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, per ricordare tutti i  caduti nella lotta contro la mafia e per la libertà, la democrazia e la giustizia sociale.
   Venerdì alle ore 16,30 si svolgerà un web meeting su  www.collettiva.it e sulle pagine facebook della Cgil Palermo e della Cgil Sicilia, con la presentazione del libro di Dino Paternostro “La strage più lunga”, dedicato ai sindacalisti caduti.
    Introduce il dibattito Mario Ridulfo. Coordina il giornalista Attilio Bolzoni.
Intervengono: Antonella Azoti, Adriana Laudani, Ilaria Romeo, Luciano Silvestri, Alfio Mannino, Enzo Campo, Dino Paternostro, Umberto Santino. Conclude il segretario nazionale Flc Cgil Francesco Sinopoli. Durante l’iniziativa, sarà presentato un video con le interviste ad alcuni familiari di  vittime di mafia e la  lettura dei nomi dei sindacalisti fatta dagli alunni dell’I.C. “G. Vasi” di Corleone.
   Il “calendario della memoria” dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino caduti tra il 1893 e il 1966 ricostruisce la lunga mattanza dei sindacalisti uccisi dalla mafia, svelando nomi dimenticati, fatti inediti, circostanze.
     Nel volume è inserita anche la  scheda dedicata a Pio La Torre, dirigente della Cgil e  leader del Pci, assassinato il 30 aprile del 1982 a Palermo, in cui si  ripercorre la sua battaglia contro la mafia, iniziata da sindacalista  nei latifondi della Sicilia più profonda.   “Il libro di Dino Paternostro, come la giornata dedicata alla memoria – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – non rappresenta per noi un punto di arrivo, ma una tappa del percorso di una memoria attiva che della lotta di liberazione dalla mafia, dell’impegno per lo sviluppo e per il lavoro ne fa una ragione di vita. Un percorso  che parte dalla epopea dei fasci siciliani, passa dalla nascita della Camera del Lavoro di Palermo, di cui quest’anno ricorre il 120°, e vede nel dopoguerra una seconda resistenza. Una memoria attiva che serve ad affrontare con coraggio le difficoltà dettate dalla crisi economica e dalla pandemia”.
    Una memoria che diventa quindi futuro. “I passi degli altri sono i mattoni  su cui costruiamo il nostro futuro, la nostra democrazia – osserva il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino –  Questa giornata celebra il sacrificio di uomini e donne che ha portato a grandi conquiste, che non vanno disperse, ma affiancate da altre per una piena affermazione della legalità, della giustizia, dell’equità sociale e di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che li garantisca. E’ un appuntamento importante, che si svolge anche quest’anno in piena crisi sanitaria, in cui vogliamo rimarcare il valore del lavoro e dei diritti come leva per guardare in avanti, come obiettivo cui puntare per superare tutti insieme l’emergenza. Il calendario della memoria che presentiamo oggi è la traccia su cui costruiamo la nostra strada, una traccia fatta da battaglie  e da vite perdute, da storie che è doveroso non disperdere”.
    Un  massacro rimasto senza colpevoli.  “Questa giornata della memoria, dedicata ai dirigenti e agli attivisti sindacali assassinati dalla mafia in Sicilia, è il nostro modo per rendere giustizia a uomini e donne che non l’hanno mai avuta nelle aule di tribunale – spiega l’autore, Dino Paternostro – Adesso proviamo a restituire loro la giustizia almeno davanti al tribunale della storia. Con questo libro,  l’intenzione è trasmettere la testimonianza e l’esempio di lotte, di coraggio e di riscatto sociale, in particolare agli insegnanti e agli alunni delle nostre scuole. L’affermazione di questa  antimafia sociale, portata avanti nel periodo tra l’800 e il ‘900, culminata nell’esperienza di Pio La Torre e nel disegno di legge da lui elaborato, è stata fondamentale per dare alla magistratura e alle forze dell’ordine strumenti normativi sempre più efficaci nella lotta al crimine organizzato. È tempo che queste storie e questa storia diventino un pezzo delle storie e della storia della Sicilia e del Paese, in cui tutta la società democratica si riconosca”.

redazione

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