Società

Covid,hai creato vuoti:vogliamo di nuovo i nostri spazi!

Una poesia non molto nota della poetessa Alda Merini dal titolo “datemi spazio” racconta un tema a  noi tutti, in questo periodo molto caro, la necessità di riprenderci i nostri spazi , quelli che ci permettano di crescere, , vivere una quotidianità che sembra essersi addormentata, rallentata portandoci in uno stato di dormiveglia e disordine relazionale e forse anche un po’ mentale, fattore da non trascurare, perchè quando si è privati a lungo della libertà, e si vive in uno stato di continua ansia per la precarietà, la testa facilmente può andare in “fumo” .

Ognuno dice la sua,in questo periodo, come se fossimo continuamente intervistati e intervistatori, ovunque, si parla dello stesso argomento, Covid, vaccino, lavoro, precarietà, stanchezza .

Siamo note, avvolte che suonano all’unisono, altre volte siamo note discordanti e stonate, una cosa ormai è palese, la stanchezza si stà facendo sentire nella vita di tutti.

C’è chi il virus lo ha incontrato nel suo cammino e lo racconta come un’evento brutto, pericoloso, insidioso,  che ha messo a dura prova la salute e gli equilibri relazionali, c’è chi continua a dire che forse è tutto un gioco macabro pilotato da giochi di potere, poi c’è chi comincia ad arrendersi e tra questi ci sono anche quelli che hanno lottato a lungo per rimanere a galla, parliamo delle piccole e medie imprese, i ristoratori, il comparto del turismo e dello spettacolo.

Ci sono state delle incongruenze di fondo inaccettabili, bonus vacanze, in un tempo in cui nessuno dovrebbe muoversi e spostarsi,bonus per l’acquisto di  monopattini, che hanno invaso le nostre città, rendendo in molti casi pure pericoloso passeggiare, quelle poche volte che si è potuto fare.

Ma il senso dei monopattini? Li dove appunto la mobilità dovrebbe essere ridotta, insomma, in psicologia questi messaggi si definiscono schizzofrenici, tipici messaggi contraddittori, che a lungo andare sono deleteri, poco credibili e generano dissonanze cognitive circa la credibilità ed affidabilità di chi li ha pronunciati.

Come abbiamo potuto accettare tutto ciò, me lo domando sovente e a voi lo chiedo cari lettori? Ma il nostro senso critico che fine ha fatto? Cosa prevale, la paura? Il bisogno di essere guidati da qualcuno anche se male? Nessuno si ribella, tutti tacciamo..perchè?. 

Questo silenzio assordante che ci circonda non giova alla salute mentale di nessuno, tutto è orientato a creare attorno a noi uno stato di sospensione , quanti rispettano realmente ste benedette regole imposte dal look down? Il silenzio c’è per le strade, ma nelle case  cosa succede? Siamo davvero sicuri che la gente non si incontri ? E se si incontra, le regole le rispetta? .

Il pensiero corre veloce, galoppa verso tutti coloro che hanno le attività chiuse, a cui era stato detto che se avessero sistemato , adeguato gli ambienti si sarebbe potuto ricominciare, invece nulla è realmente accaduto.

Iniziate le partenze, si è pensato poi di richiudere tutto.

I contagi ci sono, la gente è morta, le famiglie hanno pianto i loro cari, questi sono fatti, tante tuttavia le negligenze da parte di tutti.

I commenti sono comunque comuni, rivogliamo i nostri spazi, il tempo perso non torna più per nessuno, questa è la verità, non dimentichiamoci dei nostri bimbi, già in altre occasioni abbiamo ribadito quanto i nostri giovani abbiano sofferto e soffrano per questo stato generale di malessere che porta inevitabilmente anche a scontri all’interno delle famiglie.

Beh! Non ci resta che riflettere ancora su ciò che abbiamo, e ciò che abbiamo perso.

Il ventisei, si riparte? Sogno o son desto? Potremmo dire, ci mancano i film al cinema, ci mancano gli spettacoli, ci manca il teatro, ci mancano gli attori, gli artisti di strada, ci manca la libertà di abbracciarci, il covid, non ci farà abbracciare ancora chissà per quanto, speriamo però che con le dovute cautele, ciascuno possa riprendere il proprio spazio.

Che voglia di teatro, di musica, di cinema! Sono vita nella vita, il comparto dello spettacolo è stato gravemente penalizzato.

Caro, maledetto Covid, sei una presenza ingombrante, hai creato vuoti dolorosi, hai giocato e giochi con le nostre vite, forse tutti un po’ abbiamo imparato un pezzo di lezione “apprezzare la vita”, se questo era il tuo intento ci sei in parte riuscito, ora però vedi di sparire, che tutti vogliamo di nuovo i nostri spazi! …..la nostra vita.

Sabrina Miriana

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