Territorio

La Federazione Nazionale Aree Interne chiede un incontro al Ministro per il Sud On. Carfagna

Tra i sei sindaci referenti nazionali del comitato di pilotaggio c’è il presidente dell’Unione Madonie Pietro Macaluso.

– La Federazione Nazionale Aree Interne chiede un incontro al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale On. Carfagna per ribadire la necessità di rafforzare la Strategia Nazionale per le Aree Interne con interventi di riforma legislativa e investimenti.

La necessità di un confronto nasce anche dalle risultanze dell’audizione del Ministro Carfagna del 16 marzo scorso dove sono emersi notevoli cambiamenti e soprattutto il taglio dei fondi. Una scelta che la Federazione non capisce e vuole approfondire con incontro.

La richiesta dei referenti di area del Comitato di Pilotaggio, del quale fa parte il presidente dell’Unione Madonie Pietro Macaluso, è diventata una lunga lettera indirizzata all’On. Carfagna nella quale sono descritte le esperienze realizzate in quattro anni di lavoro; gli avanzamenti effettuati e le problematiche registrate.

Nella missiva vengono anche citate le proposte di riforma e gli investimenti che erano stati definiti con l’ex Ministro e con i responsabili dell’Agenzia di Coesione Territoriale. La riforma ipotizzava la modifica di alcuni vincoli normativi che attualmente limitano l’accesso ai servizi di base ed erano raggruppati per ambito di intervento: Scuola, Salute e Mobilità; per la loro attuazione erano previsti 200 milioni di euro.

Gli investimenti erano finalizzati al rafforzamento delle attività economiche esistenti e allo sviluppo di nuova imprenditorialità, compreso il settore agricolo; ai servizi e alle infrastrutture comunitarie per affrontare le questioni di accesso limitato a servizi di base quali servizi per anziani, servizio per giovani a rischio di esclusione, servizi di assistenza sociale; per la loro attuazione erano previsti 1.300 milioni di euro.

Nel documento si sottopongono proposte precise e puntuali per ognuno degli ambiti che definiscono i cosiddetti diritti di cittadinanza.

Sanità. Sanità. Si propone il potenziamento e la riorganizzazione della medicina di base, della lunga degenza, dei centri di ricerca sulle disfunzioni alimentari e sulle patologie invalidanti, così come la riapertura in deroga dei punti nascita, il ruolo degli Ospedali di Comunità presenti nelle Aree Interne e  l’erogazione di incentivi economici e professionali per chi sceglie di prestarvi servizio; così come la necessità di  autorizzare i presidi ospedalieri locali a somministrare le terapie definite dal SERT territoriale competente ai soggetti in cura; garantire servizi di base in ogni comune delle aree interne assicurando un medico e una farmacia per ogni borgo

Istruzione. Rendere stabile la deroga sul dimensionamento scolastico, approvata con il Comma 978 della Legge di Stabilità 2021, e quindi prevedere che, nelle scuole dei comuni Area Interna, la soglia del dimensionamento sia fissata a 300 alunni; riduzione dei divari territoriali nelle competenze, potenziamento e riqualificazione dell’edilizia scolastica, attrazione dei ricercatori al Sud, incremento delle dotazioni tecnologiche; realizzare il tempo scuola prolungato dove non è presente e incrementare la dotazione di docenti; prevedere un incremento dei tutor informatici per istituto o per reti scolastiche o per territorio; rivedere i quantitativi minimi che oggi determinano la costituzione delle classi nelle scuole di montagna di ogni ordine e grado.  Per le persone affette da disabilità pianificare interventi volti ad assicurare la presenza dell’assistente alla comunicazione a domicilio; approntare un piano di distanziamento sociale nella scuola per non trovarsi impreparati alle attuali esigenze e garantire il rientro nelle aule in assoluta sicurezza.

Viabilità e mobilità. Assicurare interventi urgenti sulla rete viaria secondaria di competenza sia dell’ANAS che delle ex province ed effettuare le verifiche statiche su ponti, viadotti ed armature stradali; migliorare il servizio di Trasporto Pubblico Locale (sia in termini di tempi di percorrenza, che di intensità di corse e di sostenibilità ambientale dei mezzi di trasporto) tra le aree interne e tra

queste ed il resto del Paese anche sperimentando sistemi innovativi di mobilità sostenibile e

condivisa “on demand”; investire in nuove arterie viarie che uniscono le aree interne tra loro (tipo pedemontane) e le colleghino ai centri industriali.

redazione

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