Vi vogliamo parlare dell’ultimo libro di Enrico Galiano “l’arte di sbagliare alla grande” edizione Garzanti, uscito a gennaio 2020.

Enrico Galiano, è un insegnate di una scuola di periferia che è riuscito a farsi conoscere prima ancora che per i libri che ha pubblicato, per un webserie “cose da prof”, che ha superato i ventimilioni di visualizzazioni su facebook, in cui racconta in modo semplice e incisivo la vita di un prof di periferia e le sfide che affronta tutti i giorni a scuola con i suoi alunni.

In questo libro dal titolo già abbastanza, eloquente e curioso, il prof .re Galiano ci racconta, senza tanti se, ne ma, e con una schiettezza quasi da adolescente,  un po’ la sua storia di vita in una sorta di diario, che ricorda per alcuni tratti il diario di scuola di Pennac, in cui il noto scrittore parlava spesso di “somaraggine” e di come spesso proprio quelli che sono etichettati tali da ragazzi, per le loro difficoltà, da adulti hanno dato prova di essere stati talentuosi ed avere raggiunto risultati insperati.

Galiano, ripercorre alcuni dei momenti più significativi di quel viaggio che chiamiamo vita, in cui sono inevitabili gli inciampi, le cadute e soprattutto gli errori. Ogni pagina che leggiamo un po’ ci somiglia, tutti ritroviamo nel libro qualcosa di noi, forse per questo  piace tanto.

L’analisi che Galiano fa del concetto di errore è molto interessante, l’errore è un’opportunità che ci consente di essere altro , sembra che le persone più vive siano quelle che nella vita hanno commesso più errori, forse sono anche cadute, ma poi si sono rialzate e sono certamente diventate più forti di prima.

Tutti commettiamo errori, ognuno ha il suo, che spesso si può anche ripetere all’infinito in una sorta di coazione a ripetere diceva Freud, cosi come spesso accade di domandarsi allo specchio del perchè abbiamo commesso quell’errore ,  era possibile evitarlo? .

Gli errori raccontano di noi più dei nostri successi, chi nonostante gli errori resta in circolo e si è rialzato è una persona che dobbiamo dire è stata coraggiosa e si è distinta da chi non ha saputo osare o voluto ascoltare le proprie passioni, sogni, forse quel pizzico di follia o scintilla che ci rende unici.

I difetti non vanno cancellati, possono diventare punti di forza, la bellezza è nell’imperfezione, ciò che è perfetto è compiuto, manca del divenire, nell’imperfezione invece cè il cambiamento.

I deragliamenti del nostro percorso, sono  spesso  dolorosi , ma  ci aiutano a percorrere strade inaspettate.

Mai pentirsi delle piccole follie che facciamo, sono quelle che ricorderemo perchè ci hanno permesso di metterci in gioco e fatto emergere risorse e talenti che forse non pensavamo di possedere.

Chi non ha mai osato o non ha mai fatto errori entra nella categoria degli infelici , di quelli insomma che si limitano ad accettare gli eventi pensando che la strada percorsa sia l’unica o che era inevitabile che andasse come sono andate, gli eventi hanno certamente un peso rilevante nel nostro destino, ma siamo noi che decidiamo se essere felici, tutte le volte che ci adoperiamo per essere altro e meglio, nonostante tutto.

Sbagliare rientra nei diritti che tutti possiamo e dobbiamo permetterci, se vogliamo è anche un lusso che ogni tanto possiamo permetterci per non finire in quella categoria di chi vive nell’inferno del ciò che non è stato e brucia a fuoco lento.

La vita è meravigliosa dice qualche verso del brano di Diodato, ci fa piangere e ballare, spesso ci confonde con i suoi baci e le sue onde ci seduce e ci abbandona, possiamo definirci realizzati se riusciamo ad essere fieri della vita che abbiamo scelto di vivere senza pentirci delle nostre scelte, come dice la canzone vincitrice di Sanremo dei Maneskin di  quest’anno “furi di testa, ma diversi da loro”….loro tutti quelli che si accontentano, dunque prepariamo il prossimo errore, non saremo giudicati per quanta polvere abbiamo tolto dalle nostre case tenendo chiuse le finestre , ma per quanta vita avremo fatto entrare.