Speciali

Un viaggio chiamato PSICOTERAPIA di Alessandra Parentela e di Michela Longo.

Amici e lettori,
di recente ho letto un libro che mi ha aperto un mondo.
Giunto all’ultima pagina mi sono sentito quasi epurato dalle mie vecchie preclusioni e completamente scevro da tutti gli atavici pregiudizi che normalmente si articolano verso quelle discipline considerate, dalla stragrande maggioranza di persone, come una sorta di zona grigia o di terra di confine, da cui stare il più lontano possibile come, nel caso specifico, potrebbe essere considerato il mondo della psicoterapia.
Grazie a questa gradevolissima by della vera funzione o (forse sarebbe meglio dire) delle tante funzioni della psicoterapia.
Ho piacevolmente compreso che essa non è solo un intervento sul disagio, ma molto di più,
e, soprattutto che, alla stessa stregua delle altre terapie medico-farmacologiche, come per esempio la raccomandazione dell’acido folico alle donne in gravidanza consigliato proprio perché riduce il rischio che il nascituro sia affetto da spina bífida, anch’essa non deve essere considerata come l’extrema ratio ad un problema che si è già presentato, ma come prevenzione sic et simpliciter.
Molto spesso, per rifiuto o per pudore non ammettiamo potere aver bisogno di sedute psico-terapiche che, viceversa, sarebbero molto spesso necessarie affinché il “problema” prima accennato non si verifichi o che, quantomeno, di esso si possano ridurre in maniera significativa gli effetti.
La psicoterapia va vista come una grande opportunità di crescita.
Le persone dopo un proficuo percorso di psicoterapia sviluppano una maggiore consapevolezza del proprio modo di essere e di funzionare.
Di conseguenza diventano capaci di operare scelte coraggiose verso la propria autentica realizzazione.
Diventano inoltre maggiormente capaci di utilizzare le proprie risorse e di far fruttare i propri talenti.
La vera finalità della psicoterapia – almeno così io la penso – non consiste (solo) nel ridurre i sintomi dei “disturbi psicologici” ma nello sviluppare qualità positive come la compassione, la gioia, la pace, l’autostima, l’esperienza di connessione spirituale e l’amore, elementi tutti che sono “i veri anticorpi”, quindi la vera prevenzione, verso i mali oscuri, invisibili e, nelle società odierna, ancor più presenti e diffusi, i Mali dell’anima per l’appunto.
Oltre al mio ringraziamento ad Alessandra Parentela e Michela Longo per questo brillante ed utile esperimento narrativo cos’altro potrei aggiungere se non esortarvi a leggere questo libro; vi assicuro che alla fine vi sentirete diversi, forse perché avrete modo di scoprire, percepire e di toccare quasi con mano, i benefici che vedrete nascere, crescere ed evolversi, durante la lettura di questo libro, durante questo viaggio chiamato psicoterapia.

Antonello Di Carlo

redazione

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