Attualità

Asael: I Comuni siciliani svantaggiati dal sistema di finanziamento nazionale

I Comuni siciliani sono svantaggiati dal sistema di finanziamento nazionale. È questo il dato che è emerso dal webinar, organizzato dall’Asael negli scorsi giorni, sulle novità introdotte dalla legge di Stabilità 2021 e finalizzato alla formazione dei bilanci di previsione per gli enti locali. A essere accusato è il metodo di calcolo dei contributi statali e cioè il metodo dei costi e fabbisogni standard. La tecnica è stata giudicata positiva ma presenta criticità: il calcolo su base nazionale ignora infatti le difficoltà del Mezzogiorno e la maggiore depressione dei territori del Sud. “La vera uguaglianza – ha commentato il presidente dell’Asael Matteo Cocchiara – sta nel trattare diversamente situazioni diverse . Il sistema così come congegnato genera tante sperequazioni”.
Tante altre sono però le modifiche che rischiano di gettare in ginocchio gli enti locali siciliani. “È arrivato il momento – ha aggiunto il presidente dell’associazione degli Amministratori – per chiedere allo Stato di mettere mano ad una serie di modifiche legislative delle disposizioni sulla formazione dei bilanci per quanto concerne, per esempio, le previsioni sugli accantonamenti per i rischi del contenzioso, sui crediti di dubbia esigibilità e sui debiti per spese legali. Tutti questi fondi e accantonamenti, oggi, mettono sempre più a rischio la stabilità dei bilanci e quindi far aumentare il numero dei comuni in dissesto finanziario, stante – ha concluso Matteo Cocchiara – che il sistema di riscossione dei tributi è in evidente crisi per via anche dell’emergenza sanitaria”.
All’incontro hanno partecipato l’esperto di finanza pubblica Francesco Bruno e l’avvocato Dario Immordino. Proprio quest’ultimo ha consentito di riscontrare che gli enti locali siciliani godono di precise garanzie da parte di diverse disposizioni normative nazionali, che riconoscono la necessità di attribuire loro risorse proporzionate rispetto agli svantaggi derivanti dall’insularità, dal deficit infrastrutturale, dalle condizioni finanziarie e dalle condizioni di sottosviluppo economico e dai livelli di reddito inferiori alla media nazionale. Ciò nonostante Immordino ha evidenziato che una legge regionale della scorsa legislatura ha di fatto rinunciato a queste garanzie e la ricognizione dei costi standard affidata ad una società del Ministero dell’economia rischia di comportare gravi conseguenze economiche per gli enti locali siciliani, privandoli di ingenti risorse.
I lavori sono stati conclusi dal vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao in quale ha sottolineato come la Regione si farà carico di sollevare le istanze dei Comuni all’interno della più generale politica di lotta contro le cause di sperequazione subite dalla Sicilia intrapresa dal governo regionale.

redazione

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