La riapertura di cinema, teatri e sale da concerto in zona gialla scatterà il 27 marzo, nella giornata mondiale del Teatro: fino a quella data resteranno chiusi su tutto il territorio nazionale. Dal 27 marzo gli spettacoli, anche all’aperto, si svolgeranno «con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interper-sonale di almeno un metro». Le attività potranno svolgersi «a con-dizione che siano approvati nuovi protocolli o linee guida» validati dal Cts.

Rimangono però dubbiosi i gestori delle sale: «La data ipotizzata del 27 marzo sta diventando una data simbolica se non anacronistica poiché la morsa dei contagi non consentirà un allenamento, anzi quasi sicuramente vedrà un peggioramento sulla mobilità e non solo», si legge in una nota della Cna-Ueci. « Riaprire a fine marzo, messo che le condizioni sanitarie possano favorire questa ipotesi, potrebbe significare la chiusura per sempre di centinaia e centinaia di cinema» spiegano, ricordando che «nel periodo in cui i cinema rimasero aperti, le perdite furono ingenti, quasi dell’80% e i ristori, che pure ci sono stati, sono risultati largamente insufficienti poiché, il settore, in un solo anno è rimasto chiuso per due lunghi inverni, periodo nel quale si tengono in piedi i bilanci aziendali». Inoltre, prosegue il comunicato, «la situazione di mercato nella quale si troverebbero i cinema, è ulteriormente peggiorata causa trasferimento dei film sulle piattaforme. L’ultimo che ha traslocato è stato, dopo una resistenza quasi eroica, quello di Carlo Verdone». La proposta? «Sarebbe opportuno concentrare energie vitali e indirizzi politici e di governo per il rilancio delle sale cinematografiche per quando ci sarà una normalizzazione sanitaria, concedendo alle imprese ristori ulteriori per traghettarle nella fase post pandemica senza subire troppi danni irreversibili».