“Le minacce di morte spinte sino alle aggressioni fisiche ai cronisti che lavorano in territori e contesti ‘difficili’ costituiscono un attentato ai valori costituzionali che riconoscono il ruolo indispensabile della stampa in una democrazia matura”.

Lo sostiene il gruppo cronisti siciliani dell’Unci, che esprime solidarietà alla collega palermitana Maria Grazia Mazzola, inviata della Rai, bersaglio di una brutale aggressione in Puglia da parte di una donna a capo di un clan mafioso che con un violento pugno al volto le procurò la frattura della mandibola. Per il reato di lesioni con l’aggravante mafiosa e minacce il pubblico ministero ha chiesto la condanna della capoclan pugliese Monica Laera a 3 anni di reclusione, con il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena.

“Tutelare il lavoro del cronista significa difendere la libertà d’informazione – è scritto in una nota – bene primario di ogni cittadino. Unci Sicilia fa appello affinché venga mantenuta e se occorre rafforzata anche nell’Isola l’attenzione vigile delle istituzioni a tutela del lavoro dei cronisti che continuano a garantire il diritto dovere di cronaca in condizioni, professionali e logistiche, sempre più difficili”.