A Monica Guerritore
e ai sottoscrittori dell’appello
Al Ministero dei Beni Culturali
Al Presidente della Regione Sicilia
Le sono grato per la nota inviatami, in cui insieme ad altre 1000 persone sollecitate lo scrivente e l’Amministrazione da me presieduta, affinché si possa realizzare un Teatro a Castelbuono.
Non so se Lei è mai stata nella comunità di Castelbuono o se è a conoscenza di tutte le buone pratiche culturali, amministrative, sociali e ambientali che abbiamo portato avanti per dare risposte alle esigenze della comunità, che vede lo scrivente eletto per la terza volta a Sindaco.
Premetto che chi scrive proviene dal mondo delle attività private, ciò per sottolineare che nella mia impostazione amministrativa ho sempre privilegiato l’attuazione delle buone pratiche cercando di attivare anche processi economici che avessero ricadute di carattere sociale. In riferimento alle buone pratiche portate avanti nella nostra comunità si è investito in modo prioritario sulla promozione delle attività culturali.
Infatti ad oggi vantiamo diverse rassegne che ormai si tramandano da diversi anni: la rassegna di teatro per bambini “Castelbuono è una Favola” (XXIII° edizione), Castelbuono Jazz Festival (XXIII° edizione), Infiorata (XII° edizione), DiVino Festival (XIV° edizione), Castelbuono Classica (V° edizione), Castelbuono Teatro Festival (IX° edizione), Ypisigrock Festival (XXII° edizione), Funghi Fest (XIII° edizione), per alcuni anni abbiamo anche ospitato la manifestazione Teatri di Pietra e tante altre iniziative che hanno coinvolto oltre al mondo dell’arte e della cultura, anche quello enogastronomico.
Faccio inoltre presente che a Castelbuono operano tre Istituzioni culturali pubbliche, istituite direttamente dal Comune.
Il Museo Civico gestisce il Castello comunale, all’interno del quale si trovano esposti gli ori e gli argenti sacri e il mezzo busto in argento che custodisce la Reliquia di Sant’Anna, di proprietà del Comune. Inoltre all’interno vi è una ricca pinacoteca e da diversi anni si porta avanti un’importante programmazione culturale sull’arte contemporanea, con il coinvolgimento di artisti di livello internazionale. Nel Castello entrano ogni anno circa 43.000 visitatori paganti.
Il Museo Naturalistico “Francesco Minà Palumbo”, che occupa l’ex Monastero di San Francesco, custodisce il patrimonio e la collezione del botanico Minà Palumbo, vissuto nell’800 e che durante la sua vita ha censito la ricca biodiversità delle Madonie. Sempre nel complesso museale di San Francesco vi è una bellissima collezione di animali impagliati e imbalsamati e una sezione archeologica. Uno spazio dello stesso complesso, viene utilizzato dal Gruppo Atletico Polisportivo Castelbuonese che organizza il “Giro Podistico Internazionale di Castelbuono” ed ha allestito una mostra permanente contenente i cimeli dello stesso Giro, che è la corsa su strada più antica d’Europa e si svolge ogni anno il 26 Luglio, la prima edizione risale al 1912.
L’altra Istituzione culturale è il Centro Polis che ha lo scopo di curare il patrimonio storico-monumentale messo a disposizione dai privati. Tra le attività principali dell’Istituzione c’è il MuVi (Museo virtuale della Memoria Collettiva), un archivio digitale dove sono catalogate foto e documenti che rappresentano la memoria storica della nostra comunità. Lo scorso anno il Comune ha acquistato uno scanner speciale a lettura OCR, che è stato messo a disposizione del Centro Polis per scansionare documenti storici di pregio in possesso sia delle Istituzioni pubbliche che dei privati. In queste settimane stiamo scannerizzando tutte le copie dello storico giornale “Le Madonie”, un periodico locale fondato a Castelbuono nel 1921, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla fondazione.
Tutto ciò a dimostrazione di come per noi investire in attività culturali è stato e continua ad essere il lievito per la crescita sociale della nostra Castelbuono.
Le Amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo hanno favorito, sostenuto ed incoraggiato tutte le associazioni o gruppi che hanno promosso attività culturali nella nostra comunità. Nessuno può “denunciare” la Pubblica Amministrazione di non essere stato messo nelle condizioni di poter esprimere la propria vocazione.
Voglio ancora evidenziare che negli ultimi trent’anni è stato recuperato tutto il patrimonio edilizio e monumentale di proprietà del Comune con interventi di manutenzione e ristrutturazione al Castello, all’ex Convento di San Francesco, struttura cinquecentesca in cui come dicevo prima ha sede il Polo Museale “Francesco Minà Palumbo”, Palazzo Failla, Casa Speciale e infine il Municipio. Un altro importante finanziamento ha interessato l’arredo museale del Castello e tanti altri piccoli interventi a salvaguardia del patrimonio culturale della comunità. Dalla descrizione potrà comprendere che tutte queste strutture sono aperte, utilizzate e fruite dal pubblico, a Castelbuono non vi è infatti una sola struttura recuperata che rimane inutilizzata, episodio che purtroppo accade in tante altre realtà, con il rischio che le stesse si deteriorino nuovamente.
Negli anni 2007/2012 abbiamo investito oltre 100.000 € direttamente dal bilancio del Comune per recuperare le pale d’altare di una chiesa del ‘600, di grande valore artistico e che si stavano deteriorando.
Questa lunga premessa è d’obbligo per rappresentare a Lei e agli altri sottoscrittori dell’appello, i quali non vivono il vissuto della nostra Castelbuono, che gli amministratori di questa comunità da diversi anni hanno messo al centro dei propri programmi politici gli investimenti culturali, dimostrando sempre grande maturità e attenzione verso la salvaguardia del proprio patrimonio storico-monumentale e artistico.
Sul piano sociale inoltre questa comunità ha cercato sempre di non lasciare indietro nessuno sia anziani che bambini, giovani o persone che vivono nel disagio sociale.
Ci siamo inventati la raccolta differenziata porta a porta con l’ausilio dell’asino, animale che ci ha permesso di recuperare ed includere nel mondo del lavoro soggetti svantaggiati che vivevano ai margini della società a causa di problemi di droga, alcool, dipendenze da gioco o disabilità.
Ho voluto riassumere brevemente l’impegno che come Amministrazione abbiamo portato avanti in questi anni per dare prestigio a livello internazionale alla nostra comunità.
Oggi tutto questo ci viene riconosciuto, basta guardare i rapporti sovracomunali che intratteniamo a livello nazionale ed internazionale con Enti, Istituzioni e associazioni che portano avanti buone pratiche, ma si evince anche anche dalla presenza di migliaia di turisti che visitano la nostra comunità e ne restano incantati.
Entrando nel merito della questione relativa alla realizzazione del Teatro a Castelbuono è doveroso ricostruire una piccola cronistoria su questo progetto.
Negli anni ’50 del secolo scorso è stato abbattuto il settecentesco Teatro Comunale, che presentava tre ordini di palchi e un volume contenuto che bene si inseriva nel contesto urbano circostante, ai piedi del più importante monumento della città.
Un piccolo gioiello che è stato cancellato per dare spazio al cine-teatro Le Fontanelle, un ecomostro che come può vedere nella foto in allegato è stato costruito aumentando i volumi, realizzando la copertura in eternit, cancellando qualsiasi riferimento storico-architettonico del vecchio teatro di città. Questo fabbricato ha oscurato e offeso sia il Castello medievale che la piazza sottostante.
Nel 1984 quella struttura venne riconsegnata al Comune dalla società privata che l’aveva gestita per trent’anni dopo la costruzione. La consegna è stato il preludio dell’abbandono dal 1985 ad oggi.
La maggior parte di coloro che hanno firmato questo appello insieme a Lei e a tante altre personalità del mondo della cultura a livello nazionale sono stati amministratori di questa comunità o impegnati con ruoli nelle Istituzioni culturali, o hanno avuto un ruolo nel mondo delle associazioni e dell’attività culturale in generale. Basta leggere accanto alle loro firme il ruolo avuto.
Eccezion fatta per qualcuno che sporadicamente durante le rappresentazioni teatrali o il Veglione di Carnevale si ricordava dell’ex Cinema Teatro di piazza Castello, gli altri sono stati sempre in silenzio fino al 2018, o peggio hanno contribuito alle scelte politico-amministrative che hanno determinato l’attuale progetto di spazio polifunzionale.
Nel 2000 l’Amministrazione comunale del tempo composta dal Sindaco Giuseppe Mazzola, dal Vicesindaco Carmelo Mazzola e dagli assessori Irene Pantano, Antonino Brancato, Domenico Prisinzano, Provvidenza Capuana ed Eugenio Allegra, con delibera di giunta n. 135 del 27/07/2000 conferì l’incarico di redigere un progetto di massima per la ristrutturazione del Teatro Le Fontanelle agli architetti Giuseppe Pagnano e Giovanni Raimondo.
L’anno successivo la stessa giunta, ma erano presenti il Sindaco Giuseppe Mazzola, il Vicesindaco Carmelo Mazzola e gli assessori Brancato, Prisinzano e Allegra, con delibera n. 89 del 28/06/2001, cambiò il disciplinare di incarico rimodulandolo con la finalità per creare una struttura polivalente. Tutto ciò nel totale silenzio e mancanza di coinvolgimento, sia delle forze politiche che delle associazioni culturali, senza mai fare un’assemblea cittadina.
Nel 2002 vengo eletto Sindaco e, consapevole che quella struttura che vede nelle foto rappresentasse uno sfregio per il contesto dell’area castellana, insieme agli altri protagonisti di quella stagione politica ci adoperammo per ottenere un progetto da fare finanziare, e ci riuscimmo quando nel 2010 l’opera venne ammessa a finanziamento tramite il PIST per l’importo di € 2.873.713,40.
Il Comune si impegnò a cofinanziare l’opera con un importo di € 287.371,34, giusta delibera n. 31 del 24.03.2010.
Le faccio altresì presente e ricordo a me stesso che nel periodo 2002-2012 quando il sottoscritto era Sindaco, coloro che oggi hanno firmato erano amministratori, consiglieri comunali o assessori e mai nessuno sollevò la questione dell’utilizzo della struttura come centro polifunzionale. È giusto sottolineare che in quegli anni tutti, ripeto tutti, coloro che sedevano in Consiglio Comunale, nelle Istituzioni culturali, che avevano ruoli nelle associazioni culturali o di promozione sociale o turistica, hanno evidenziato e chiesto a gran voce che bisognava prioritariamente ridimensionare la struttura del CineTeatro Le Fontanelle sia in altezza che in larghezza.
Con delibera n. 47 del 17/06/2010 il Consiglio comunale discusse la variante allo strumento urbanistico del progetto definitivo per il “recupero e la ristrutturazione del teatro le Fontanelle finalizzato alla costituzione di uno spazio polifunzionale” e a presentare il progetto fu l’allora Assessore all’urbanistica e lavori pubblici Lia Romè, oggi firmataria di questo appello.
Durante quella seduta il consigliere Prisinzano intervenne per sottolineare che l’immobile non era destinato a teatro ma a spazio polifunzionale, coerente con quello che aveva fatto da Assessore. Oggi lo stesso è uno dei firmatari.
Quella delibera venne ritirata in quanto l’allora consigliere Antonio Capuana, oggi possiamo dire giustamente, evidenziò alcune criticità nel progetto principalmente in relazione al ridotto numero dei posti a sedere pari a 100, e chiese di ritirare la delibera per procedere con l’iter di approvazione da parte dei Vigili del Fuoco al fine di aumentare il numero dei posti.
Acquisito il parere richiesto, la delibera per l’adozione in variante allo strumento urbanistico e la dichiarazione di pubblica utilità tornò in Consiglio comunale il 23/12/2010 e fu votata all’unanimità dei presenti e da quel momento iniziò l’iter di approvazione dell’Assessorato al Territorio e Ambiente.
Nel settembre 2013 l’allora Sindaco Antonio Tumminello, oggi firmatario dell’appello, con l’incarico dato ai tecnici del Pist e la consulenza di un tecnico pagato dall’Amministrazione per € 25.000, rimodulava il progetto – non siamo mai riusciti a comprenderne le ragioni – approvando e mandando in gara un progetto con 120 posti, con un palco della dimensione di 25mq senza attrezzature sceniche e senza camerini, utilizzando il finanziamento del Pist 22 ottenuto da parte dell’Assessorato ai Beni Culturali il 09/01/2014. Alleghiamo a buon fine il progetto 2013, dove si evince che in quella struttura sicuramente non si sarebbe mai potuta svolgere una rappresentazione teatrale.
Quel progetto non si è potuto realizzare per un contenzioso aperto con l’impresa aggiudicatrice dei lavori, infatti con delibera n. 78 del 22/09/2015 veniva approvata la risoluzione del contratto con l’impresa SEPE Costruzioni da parte della giunta che era composta oltre che dal Sindaco Tumminello, dagli assessori Carmelo Mazzola, Santi Leta, Giovanna Cucco, Marcello D’Anna.
Ad oggi vi è un contenzioso presso il Tribunale di Termini Imerese, l’avvocato di parte ci ha comunicato che siamo soccombenti per una somma che potrebbe andare da € 150.000 a 300.000 .
È giusto ricordare che nessuno di questi signori, oggi quasi tutti firmatari, hanno sollevato perplessità sull’opera pubblica che si stava realizzando. Gli unici che hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’inadeguatezza di quel progetto sono stati i consiglieri dei gruppi che allora erano all’opposizione che vedevano come componenti i consiglieri Mario Cicero, Annamaria Mazzola, Mauro Piscitello, Rosario Castiglia, Annalisa Cusimano, Giuseppe Fiasconaro, Vincenzo Marguglio, Giuseppe Genchi, Fabio Capuana.
Durante il dibattito in Consiglio comunale alla presenza dei tecnici del Pist 22 e del gruppo di professionisti che avevano assunto la direzione dei lavori, furono evidenziate ben diciotto criticità nel progetto. Non fummo ascoltati e andarono avanti con il progetto. L’epilogo è il contenzioso con l’impresa.
L’Amministrazione comunale di allora, che oggi al 90% firma l’appello, difese quel progetto, mentre noi fummo lasciati soli nell’assordante silenzio di chi oggi rivendica il ruolo di paladino della cultura. Come detto precedentemente il 22/09/2015 la giunta approvò la risoluzione del contratto con l’impresa, aprendo un contenzioso con la stessa.
Del gruppo di opposizione faceva parte lo scrivente e la maggior parte dei consiglieri comunali e assessori che oggi guidano la comunità di Castelbuono.
Spero che questi passaggi siano chiari e possano essere utili per farle comprendere di cosa stiamo parlando, quale è la “partita” in campo, che non ha niente di culturale. Ribadiamo nel 2015 siamo stati lasciati soli nell’assordante silenzio del “mondo della cultura” di Castelbuono.
Il 20/01/2016 l’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana notifica il decreto di revoca del finanziamento avuto nel 2014 con il Pist 22.
Nel 2017, essendo stato rieletto Sindaco per la terza volta, insieme alla compagine politica che mi sostiene abbiamo immediatamente posto la nostra attenzione sull’ecomostro di piazza Castello, considerato che quella ferita a nostro avviso non può permanere ai piedi del Castello.
Occorre considerare che i pochi lavori eseguiti durante l’appalto poi revocato, avevano svuotato l’interno delle Fontanelle distruggendo totalmente l’impostazione del vecchio Cinema.
Per fortuna l’Amministrazione comunale precedente, dopo aver perso il finanziamento del Pist 22, aveva recuperato parte delle risorse tramite l’inserimento del progetto nel Patto con il Sud, ottenendo con delibera di giunta regionale n. 29/2017 una somma di € 1.975.000 che si aggiungeva al cofinanziamento da parte del Comune.
Dopo il nostro insediamento nel giugno 2017 abbiamo avviato l’iter per ridare l’incarico a dei professionisti di prestigio, guidati dall’architetto Iano Monaco che hanno predisposto un progetto per l’utilizzo della struttura mantenendo i parametri urbanistici della variante approvata nel 2010, che prevedeva il ridimensionamento sia in altezza che in larghezza.
Contestualmente in quella fase si è aperta una interlocuzione positiva con il nascente Comitato Le Fontanelle, oggi tra gli artefici di questa petizione. Abbiamo recepito le indicazioni da loro date che sono servite sicuramente a rendere più funzionale la nuova struttura e nel giugno 2019 abbiamo organizzato un’assemblea cittadina per presentare alla comunità il progetto.
Nei mesi successivi alla presentazione, si sono avuti diversi incontri con il Comitato Le Fontanelle e interlocuzioni con i progettisti.
Il 2 Novembre 2019 la Giunta comunale al completo ha incontrato il Comitato e si sono concordati gli ultimi suggerimenti da sottoporre ai progettisti. Il comitato qualche settimana successiva ha anche incontrato il gruppo consiliare di maggioranza.
Verso la fine di novembre 2019 si è aperto un attacco strumentale da parte del Comitato le Fontanelle con articoli offensivi e falsità indirizzate all’Amministrazione comunale e al Sindaco, travisando gli argomenti, inserendo elementi di falsità nel confronto, tutti argomenti da noi e dai progettisti prontamente confutati.
Siamo stati addirittura convocati dalla Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’ARS presieduta dall’On. Luca Sammartino, su richiesta dei deputati del Movimento 5 Stelle, per dare chiarimenti ai parlamentari presenti. In quell’occasione sono stati coinvolti sia il Soprintendente ai Beni Culturali che il Direttore Generale dell’Assessorato ai Beni Culturali; era presente anche uno dei componenti del comitato.
Anche quell’incontro non ha sortito lo scopo che il comitato si era dato, che era quello di bloccare il progetto dello spazio polifunzionale facendo perdere il finanziamento. In quell’occasione sia da parte del Direttore della Soprintendenza che da parte del Direttore dell’Assessorato è stato espresso apprezzamento nei confronti dei progettisti ed è stata ribadita la massima fiducia per la loro professionalità.
Anche in quella occasione tutti gli intervenuti hanno ribadito la volontà in base alla quale la nuova struttura avrebbe dovuto includere tutto quanto necessario per svolgere al meglio ogni forma di rappresentazione teatrale, musicale, artistica in generale.Nel frattempo l’Amministrazione comunale si impegnava a riconsegnare il progetto rielaborato per scongiurare la perdita del finanziamento ottenuto nel gennaio 2017.
Inoltre tramite l’interlocuzione con l’Assessorato alle Infrastrutture siamo riusciti ad integrare tale finanziamento con un altro di € 1.121.379,46 raggiungendo la somma complessiva di € 3.316.637 con il cofinanziamento del comune.
Con delibera di giunta del governo regionale n. 435 del 22/10/2020 veniva approvato il finanziamento per la realizzazione dell’intera opera.
Con nota Prot. n. 797 del 13/01/2021 ci è stata inviata la nota di assegnazione della somma complessiva di € 3.097.111,99 per realizzare lo spazio polifunzionale, intimando l’Amministrazione comunale di adoperarsi per espletare la gara per l’esecuzione dei lavori, attività che gli uffici stanno portando avanti.
Carissima Dottoressa, oggi non possiamo bloccare l’iter dell’appalto, non possiamo accettare strumentali polemiche innescate da un gruppo di persone che hanno travisato e raccontato falsità.
L’impostazione che si è data negli anni a questo progetto consiste nel realizzare uno spazio culturale dove si possono eseguire diverse attività: dal teatro, alla musica, al cinema, alle mostre, ai convegni, alla presentazione di libri, al Veglione di Carnevale, etc.
Tutto ciò garantendo una gestione pubblica, mentre altri vorrebbero affidarla ai privati. Noi per cultura politica riteniamo che vi sono settori dove il pubblico non può rinunciare al suo ruolo, ci riferiamo alla cultura, l’istruzione, la sanità, la gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti.
È strumentale l’appello che Lei ha sottoscritto, infatti gli artefici di tale documento pur di alimentare polemiche hanno mistificato offendendo sia il lavoro dei progettisti che degli organi di controllo, mi riferisco alla Soprintendenza ai Beni Culturali o al Genio Civile, quando si afferma ad esempio che la strada di accesso ai camerini o agli spazi di servizio del Cine-Teatro che si affaccia sul versante ovest, approvata dagli stessi organi, stravolge i luoghi esistenti.
Chi conosce i luoghi sa che la traccia di quella strada esiste da più di cinquanta anni, realizzata anche con muri in cemento armato, che le bretelle di accesso alla struttura sono già esistenti, vi è anche l’inferriata, etc.
Nell’intervento previsto, con materiali idonei e compatibili con il sito, sarà solo recuperato un versante importante dell’area castellana. Non verrà spostata né una pietra né ci sarà movimento terra.
Le faccio presente che stiamo appaltando anche il progetto di abbattimento delle barriere architettoniche del Castello, che prevede delle rampe di accesso ed elevatori dallo stesso versante dove si affaccia il foyer del nuovo teatro. Avremo così un Castello del 1317 accessibile in tutti i suoi spazi, e accanto avremo una Casa della Cultura.
Mi sembra doveroso spendere due parole sull’idea avanzata dall’amministrazione di realizzare dei servizi igienici pubblici a disposizione della comunità in uno spazio che non ha niente a che vedere con le attività del teatro; anche lì hanno mistificato presentando dei disegni dove facevano emergere che era lo stesso spazio per l’accesso al palco.
L’entrata di quei servizi avverrà da un’altra strada, quello spazio sarà assolutamente autonomo, quei servizi serviranno per i cittadini che fruiscono delle numerose attività culturali e non che si svolgono in piazza Castello, per i visitatori e turisti quando vengono per i grandi eventi che normalmente si svolgono nell’asse piazza Castello e fino a piazza Matteotti.
Qualcuno obietterà che si potrebbe trovare un altro spazio, siamo disponibili ad accettare qualsiasi proposta purché rientri tra le proprietà del Comune, sarebbe assurdo pagare affitti. Consideriamo assurda l’ipotesi avanzata da qualche commentatore di collocare i servizi igienici sotto le rampe di accesso al Castello, come già qualcuno voleva realizzare nel passato e per fortuna riuscimmo a bloccare quell’idea. Immaginatevi i bagni sotto le gradinate e i cittadini sopra nelle sere d’estate a seguire gli spettacoli, respirando i miasmi provenienti da sotto.
Lo stesso va detto per la scorrettezza adottata dai promotori dell’appello nel nascondere a voi sottoscrittori le attrezzature utili per mettere in scena le rappresentazioni teatrali, già previste nel progetto esecutivo e che riporto di seguito in elenco. Oltre ad un palco modulare regolabile in altezza ed estensione fino ad un massimo di circa 60 mq, sono previste:
• poltroncine fisse per la galleria 72;
• poltroncine ancorate a terra smontabili per la platea 170;
• traliccio di alluminio (americana);
• arredi per 5 camerini e armadi per costumi di scena;
• scaffalature per attrezzi di scena;
• regia luci;
• fari RGB;
• sagomatori;
• mixer;
• amplificatori;
• microfoni di scena e a mano;
• radiomicrofoni con centralina;
Tutto ciò a dimostrazione che quello spazio è destinato anche ad essere utilizzato per fare attività teatrale. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto a chi realmente fa teatro a Castelbuono, che comprendendo la strumentalizzazione politica non ha sottoscritto l’appello, di segnalarci l’elenco delle attrezzature per completare la dotazione del nostro Teatro per permettere a chi si esibisce di poter fare teatro nelle sue diverse forme.
Qui di seguito riporto le altre attrezzature non indicate nel progetto, ma che ci impegniamo ad acquistare contestualmente alla realizzazione dell’opera: sipario, arco di proscenio, quinte, tiri di scena, fondale; inoltre si sta valutando se è possibile ottenere un palco fisso o una parte dello stesso, attraverso una variante in corso d’opera.
Da parte nostra vi è la massima disponibilità per far sì che la nostra Castelbuono rimanga protagonista nelle sfide culturali che coinvolgeranno la società contemporanea nei prossimi decenni.
Siamo convinti assertori che questa terra di Sicilia può essere competitiva e trovare la sua forza nello scenario internazionale se investe in cultura, agricoltura di qualità, nell’artigianato, nell’ambiente e se fa turismo di qualità.
Sicuramente si sarà chiesto perché il Sindaco le invia questa lunga lettera.
Lo faccio per fare conoscere a Lei e agli altri firmatari, che in buona fede avete sottoscritto l’appello ignari della speculazione politica che alcuni stanno portando avanti, la reale situazione del progetto di recupero e ristrutturazione dell’ex cineteatro Le Fontanelle.
In questi giorni alcuni firmatari che non vivono a Castelbuono ci hanno contattato per raccontarci il motivo della loro firma (tengo a precisare che lo scrivente non ha chiamato nessuno). Non sto qui a fare considerazioni particolari, il bello della vita e di chi vive le vicende pubbliche è che la verità non lascia spazio a compromessi, quando emerge è spietata.
Le rammento che chi firma sottolineando il proprio ruolo di “ex” che ha avuto nella gestione della cosa pubblica, sta rinnegando quanto ha pianificato negli anni in cui ha amministrato la nostra comunità, e molti stanno vivendo questo momento come rivalsa politica e personale.
È evidente infatti il fine politico di qualche promotore che ha strumentalizzato il vostro generoso contributo, senza nemmeno avere la decenza di mettere la propria ambizione in secondo piano, arrivando a dichiarare l’appello una “tappa importante nella formazione di un gruppo politico (…), per dare a Castelbuono una nuova guida politica e amministrativa”.
Il loro reale obiettivo è quello di sfruttare la passione di tanti amanti del teatro a Castelbuono e fuori, per cercare di organizzare una nuova cordata contro la coalizione che ha vinto le elezioni amministrative nel 2017, che vede alla guida della stessa un uomo che si è impegnato insieme a tanti altri a partire dal 1993 alla rinascita culturale, sociale ed economica di Castelbuono, che non cambia posizione politica e che coerentemente sta portando avanti un progetto incardinato come struttura polifunzionale fin dal 2001, che sa assumersi le proprie responsabilità e cerca di portare avanti progetti che danno una prospettiva futura alla nostra comunità.
Non voglio più annoiarla, mi dispiace che in modo strumentale hanno cercato di utilizzare lei e il 90% dei firmatari, ignari della vera vicenda riguardante l’ex Cine Teatro Le Fontanelle.
Mi scuso per questa caduta di stile che hanno avuto i promotori, non è stato mai nella tradizione politica e culturale del paese. Auspichiamo di poter realizzare questo progetto, di inaugurarlo quanto prima con una rappresentazione teatrale che possa vedere lei protagonista.
Concludo ricordando che lo scrivente, consapevole dei suoi limiti, ha sempre coinvolto nei progetti culturali donne e uomini di grande spessore. Basta avere un po’ di onestà intellettuale per riconoscere al Sindaco Cicero, ai componenti delle Giunte che lo hanno accompagnato e quanti si sono spesi con dedizione e spirito di servizio, di essersi impegnati cercando di dare lustro alla vita culturale e sociale della nostra Castelbuono.
Si coglie l’occasione per porgere Distinti Saluti Il Sindaco
Mario Cicero

Alla nota del Sindaco sono allegate le foto dell’attuale struttura dell’ex cine-teatro le Fontanelle, sia interne che esterne.