Attualità

Prosegue la incalzante protesta della magistratura onoraria

Da oltre un mese prosegue al Tribunale di Termini Imerese, Palermo, come in tutta Italia, l’astensione dalle udienze dei magistrati onorari che, in circa cinquemila, smaltiscono oltre il 60 per cento del carico dei Tribunali sia in materia civile che penale. Alcuni di loro, ormai da due settimane, hanno ripreso lo “sciopera della fame” nel silenzio assordante del Presidente del Consiglio Conte e del Ministro della Giustizia Bonafede.

I GOT (Giudici Onorari di tribunali) , i Giudici di pace e i VPO (vice procuratori onorari) da oltre 20 anni, sono infatti retribuiti “a cottimo”, con un’indennità di udienza netta di 74 euro al giorno, che copre soltanto le udienze celebrate e non anche l’attività di studio dei fascicoli e di redazione delle sentenze e sono privi dei diritti essenziali quali quello alla malattia (tumori compresi e Covid contratto nei tribunali), maternità, contributi previdenziali e ferie.

Hanno intavolato e proseguono il così detto “sciopero del pane e delle rose” in riferimento alle proteste risalenti al 1912 dei lavoratori tessili di Lawrence, in Kansas, anche con numerosi flashmob, il primo dei quali organizzato davanti al Tribunale di Palermo a dicembre scorso e che si susseguono in tutta Italia davanti ai tribunali italiani, con indosso la toga e con una rosa tra le mani, con cui chiedono una retribuzione commisurata all’attività prestata, nonché le tutele conseguenti. In questa settimana sono in astensione dalle udienze dove si presentano con una rosa in mano per sostenere le loro rivendicazioni.

Una situazione tanto assurda quanto paradossale che vede questi magistrati “onorari” chiamati dallo Stato a trattare e a giudicare e condannare – tra l’altro – in materia penale gli imprenditori che non versano i contributi previdenziali e assicurativi ai loro dipendenti, quegli stessi che il Ministero della Giustizia non riconosce agli onorari.

Lo scorso 16 luglio una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha dichiarato che i giudici onorari sono giudici europei e pertanto hanno diritto a essere considerati come lavoratori dipendenti. I ritardi da parte del ministro del Guardasigilli e del Presidente del Consiglio, definitosi al suo insediamento “avvocato del popolo” – se non saranno adottati i provvedimenti richiesti dall’UE per cancellare questa anomalia tutta italiana che è un vero e proprio “caporalato di Stato” – rischiano di fare scattare una “Procedura d’Infrazione” da parte dell’Unione Europea con gravissimi oneri a carico dello Stato, ovvero dei contribuenti italiani.A favore delle rivendicazioni dei magistrati onorari si è schierata la magistratura ordinaria, l’Associazione nazionale magistrati (ANM) con il suo presidente Giuseppe Santalucia, il Presidente della Corte Costituzionale Coraggio al suo insediamento e, inoltre, anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella il quale, in risposta all’associazione di categoria Assogot, ha comunicato di avere sollecitato un intervento da parte del ministro della Giustizia.

Redazione

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