Il poeta.. cos’è?
É un passerotto che canta nelle tenebre per render meno gravoso il peso della solitudine, passando per la dolcezza del suono.
É sufficiente una sola parola per generare la scintilla di pensiero che non potrà più essere estinto da niente e nessuno.
La poesia ci rende cittadini di un mondo rispetto al quale il mondo quotidiano che abitualmeme conosciamo è solo caos, confusione e disordine.
La poesia ci libera da quei filtri che impediscono di scorgere le meravigliose potenzialità del nostro essere.
Ci obbliga a sentire ciò che percepiamo e ad immaginare ciò che conosciamo.
Un uomo non può dire “Io comporrò poesia”. Perfino il più grande poeta non può dirlo: infatti la mente creativa è come un tizzone semispento che una qualche forza invisibile, come folata di vento improvvisa ed incostante, riaccende e riconduce a momentaneo splendore.
La poesia è veramente qualcosa di divino. É al tempo stesso il centro e la circonferenza della conoscenza.
La poesia è una spada luminosa sempre sguainata, che consumerebbe il fodero che é destinato a contenerla.
La poesia è la superficie, il fiore tra le cose, l’odore e il colore della rosa rispetto alle sue spine.
La poesia trasforma tutte le cose in bellezza; essa esalta la bellezza di ciò che è più bello e aggiunge bellezza a ciò che lo è meno.
É l’unico dogmatico strumento in grado di far convivere la gioia e l’orrore, il dolore col piacere, l’eternità col cambiamento.
I poeti sono ierofanti, detentori di sacralità ed interpreti con il compito di rendere la loro arte conoscibile agli altri. Sono specchi delle ombre gigantesche del presente, del passato e del futuro, sono catalizzatori che frenano l’inquinamento che i contaminatori riflettono nella cultura.
I poeti sono i legislatori non riconosciuti del mondo e la poesia è uno specchio che rende bello ciò che è distorto.
La poesia solleva il velo di Maya dalla bellezza celata del mondo, e rende oggetti non familiari come se fossero familiari e viceversa.
L’edonismo che si trova nel dolore, a volte, è più dolce del piacere dato dal piacere stesso.
Ma è altrettanto vero che un uomo, per essere veramente uomo, deve potersi immedesimare in altri uomini, nei loro dolori e nelle loro gioie, proprio perché l’immaginazione è il più grande strumento di etica e morale.
La poesia ricrea l’universo dopo che esso è stato distrutto nelle nostre menti e giustifica l’audace ma vera affermazione di Torquato Tasso allorquando scriveva:”Non merita nome di creatore se non Iddio e il Poeta”.

Antonello Di Carlo