Società

Stati Uniti per il pianeta terra

Il titolo di questo articolo, pubblicato nel blog PENSIERI…, doveva essere Stati Uniti D’Europa. La situazione attuale, che ha messo in crisi tutta l’umanità, mi ha opportunamente consigliato di dargliene un altro, più “grande”.

Per combattere e annientare il virus servelo spirito di una unione mondiale, quindil’opera di tutti. Per giungere a questa azione è necessario volgere uno sguardo al passato e prendere spunto da qualche sognatore.

Nel1855, nell’isola Guernsey sul canale della Manica, sbarcava un uomo esiliato da Napoleone III. Era stato esiliato perché le sue idee di democrazia,per la monarchia napoleonica, erano ritenute pericolose.

Nell’agosto 1849, allora presidente di una Conferenza internazionale sulla pace tenutasi a Parigi, nella quale erano presenti belgi, italiani, americani, olandesi e inglesi, aveva fatto questo appassionato discorso “pericoloso”:

«Verrà un giorno in cui la guerra sembrerà così assurda fra Parigi e Londra, fra Pietroburgo e Berlino, fra Vienna e Torino da sembrare impossibile esattamente come, ai giorni nostri, lo sarebbe una guerra fra Rouen e Amiens, fra Boston e Philadelphia. Verrà un giorno in cui la Francia, tu Russia, tu Italia, tu Inghilterra, tu Germania, voi tutte, nazioni del continente, senza perdere le vostre qualità distinte e le vostre gloriose individualità, vi stringerete in un’unità superiore e costruirete la fratellanza europea, così come la Normandia, la Bretagna, la Borgogna, la Lorena, l’Alsazia e tutte le nostre province si sono fuse nella Francia. Verrà un giorno in cui non esisteranno più altri campi di battaglia se non i mercati, che si apriranno al commercio, e le menti, che si apriranno alle idee. Verrà un giorno in cui le pallottole e le granate saranno sostituite dal diritto di voto, dal suffragio universale dei popoli, dal tribunale arbitrale di un Senato grande e sovrano che sarà per l’Europa ciò che il Parlamento è per l’Inghilterra, la Dieta per la Germania, l’Assemblea legislativa per la Francia».

Il suo nome è Victor Hugo e parlava a nome della Francia.

Sostenitore dell’abolizione della pena di morte, sensibile alla parità di genere e ai problemi sociali. Aveva immaginato per l’Europa le medesime leggi, la stessa moneta, gli stessi progressi nell’educazione, nell’istruzione e nel combattere la povertà. Pensando questo come prevenzione contro le guerre e i disordini sociali e giungere ad un progressivo disarmo di tutte le nazioni europee.

Durante il suo esilio in quell’isola piantò il seme di una quercia, scrivendo questa frase: “Quando questo seme sarà una quercia esisteranno gli Stati Uniti d’Europa”.

Quella quercia esiste veramente e, per fortuna, anche l’Unione Europea. Ci sarà ancora molto da fare per giungere agli Stati Uniti d’Europa che, come quello di Victor Hugo, era il sogno anche di   grandi anime italiane a partire da Mazzini fino a Cattaneo e altri nei giorni nostri.

Oggi dovremmo essere tutti dei sognatori come Hugo e Mazzini, per poter sperare che quest’unione mondiale contro il virus, con l’opera di ciascuno che evita il contagio verso sé e verso gli altri, possa avere la sua vittoria.

Francesco Corradino

redazione

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