La vita, se non ce ne siamo accorti, è una lunga lezione di umiltà, e mai come in questo periodo appare cosi vera questa realtà.
Non tutto quello che succede dipende solo da noi, a volte nonostante le nostre migliori intenzioni, potremmo non ottenere il successo sperato o il raggiungimento di ciò che ci eravamo prefissati.
In questi momenti di sconforto, scopriamo la nostra fragilità, impotenza, e comprendiamo che pensare di essere autosufficenti è solo una pura illusione, che nulla è scontato, che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, che nessun percorso è privo di difficoltà.
Sicuramente nel nostro cammino ciò che fa la differenza è l’uso che facciamo delle nostre risorse, ma ci sono variabili imprevedibili sulle quali non abbiamo il controllo, pertanto dobbiamo accettare l’imprevisto che alle volte si presenta come amico, altre come nemico.
È proprio nel momento massimo di sconforto e smarrimento che accade qualcosa, un’evento, una parola, un segnale che ci illumina il percorso, ed è in questo aiuto inaspettato che riscopriamo il misterioso cammino di tutti noi, fatto di inciampi, deviazioni, brividi e paure, ma anche di un filo invisibile che segue il nostro destino.
Una mano ad aiutarci alla fine arriva sempre, sotto varie forme, questa è una speranza a cui nessuno di noi rinuncia.
Vogliamo ricordare un monologo del grande Gigi Proietti, riproposto più volte nei social, subito dopo la sua triste dipartita, lo rappresenta perfettamente nel film “ il Premio” , per la regia di Alessandro Gasmann . In questo monologo bellissimo, l’attore sollecita gli uomini a scendere dal podio, ad uscire dalla logica del narcisismo e dell’autoreferenzialità, i fatti della vita dimostrano sempre che nessuno di noi basta mai a se stesso, laddove un uomo cade questo offre all’altro la possibilità di tendergli una mano, qualche volta siamo in cerca di direzione, qualche volta la offriamo. Nel gioco delle parti, possiamo essere sia colui che aiuta, sia colui che cerca aiuto.
Qualunque vittoria non è mai la vittoria del singolo, ma dell’insieme delle forze che hanno concorso affinchè si riuscisse a raggiungere degli obiettivi, ed in questo cammino le variabili che entrano in gioco sono davvero tantissime, stupido davvero, colui che crede di essere padrone della propria vita e destino, se non in una piccola parte.
Dobbiamo provare a mettere da parte la superbia che è solo un segno di ignoranza.
La triste esperienza del Covid dovrebbe darci una bella lezione di umiltà, a ridosso del Natale, festa della luce, ricordiamoci di stu “picciriddu” venuto al mondo senza nulla, Lui l’altissimo si fa bimbo bisognoso di cure, per ricordarci la nostra fragilità, lui il potente si fa bimbo.
Non è mai troppo tardi per capire qual’è il senso della nostra vita, sferzare una svolta al nostro cammino.
Ancora una volta il cinema ci viene in aiuto con un monologo tratto dal curioso caso di Benjamin Button:

“Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero.”
Ricordiamoci le nostre origini, non disperdiamoci in coriandoli di falsità, super eroi non c’è nessuno, ciascuno di noi è fatto di ombre con le quali dobbiamo imparare a convivere, nascondersi è solo uno spreco di energia, prima o poi si viene scoperti nell’arroganza, nella presunzione di chi vuole essere o apparire ciò che non sarà mai.
L’universo non dimentica, conosce l’equilibrio e l’equilbrio è fatto dalla capacità di riconoscere il bisogno l’uno dell’altro, la vita è fatta di reciprocità, di scambio.
Chi crede di essere una monade non ha capito che tutto il nostro sistema vivente gira intorno a connessioni diceva Batson, l’aragosta è imprescindibilmente legata ad una stella.
Siamo libri, dobbiamo imparare a leggerci, sfogliarci, rileggerci, togliere gli errori, correggerci, renderci leggibili, piacevoli, snelli in un lavoro di scrematura importante lasciando tuttavia la sostanza.
Ritorniamo al nostro posto, scendiamo dal podio in cui spesso ci mettiamo, riscopriamo la bellezza della semplicità.