Il progetto parte nel 1998, quando NoE ha ricevuto in affidamento un fondo proveniente dalla confisca alla mafia. Una superficie di poco più di cinque ettari che presto diventerà una food forest, una foresta commestibile. Che cosa significa? Che quell’area verrà convertita in un sistema agroforestale nel quale troveranno spazio diverse specie di piante, alcune destinate a produrre cibo e altre semplicemente ad arricchire la biodiversità necessaria a mantenere in equilibrio l’ambiente.
L’idea è nata negli ultimi mesi, tra maggio e giugno, e il progetto prevede la piantumazione di circa 1.500 alberi – tra cui olivi, frassini da manna, avocadi, agrumi, noci – la nascita di un giardino mediterraneo e l’allestimento di un’area orticola. Non solo: ci sarà un biolago per la gestione delle acque reflue fitodepurate, un’area di compostaggio e verranno piantate siepi che offriranno protezione dal vento e dagli incendi. Parola d’ordine: biodiversità.
La Comunità del cambiamento non riguarda però solo l’aspetto agricolo e paesaggistico-ambientale. Il progetto ha infatti una forte impronta sociale, perché in tutte le fasi della filiera produttiva (dal campo alla trasformazione della materia prima) saranno coinvolte persone svantaggiate.
Siamo convinti che l’attività economica possa reggere l’impegno sociale
Massimiliano Solano, presidente della cooperativa Valdibella
Le Comunità del cambiamento sono un’iniziativa ideata da Slow Food per sostenere progetti collettivi con cui imprese e realtà del terzo settore si impegnano a realizzare un cambiamento nei sistemi alimentari locali, adottando pratiche più sostenibili e inclusive, profondamente ispirate dai principi del buono, pulito e giusto.
Lanciato la scorsa primavera, il progetto ha esordito nei mesi estivi, quando si è aperta la prima finestra dedicata alle candidature. Il progetto di Valdibella e NoE è stato selezionato da Slow Food tra i 30 progetti pervenuti in quella prima fase di candidatura. Una seconda fase di candidatura sarà avviata nel 2021.
Per sostenere questi progetti Slow Food ha avviato una raccolta fondi rivolta a istituzioni, fondazioni e aziende private. Tra i primi entusiasti finanziatori c’è FPT Industrial, che progetta, produce e commercializza motori industriali utilizzati anche in macchinari agricoli. «Il nostro impegno verso la sostenibilità è costante, non solo nella ricerca e nello sviluppo di motori rispettosi dell’ambiente, ma anche nel sostegno concreto alle comunità» spiega Egle Panzella, Brand Equity, Sustainability, and Heritage manager di FPT Industrial.
FPT Industrial, oltre a credere nel progetto di Valdibella e NoE, sostiene l’iniziativa del Presidio Slow Food della Prud’homie del Mediterraneo, che verrà presentata il prossimo 14 dicembre.
Fonte I Vuaggioff
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