A circa dieci giorni dall’apertura dei primi 10 posti letto per pazienti affetti da Covid-19 a Petralia Sottana è doveroso evidenziare le varie criticità che emergono di giorno in giorno.

Dalle testimonianze dei lavoratori che in questi 10 giorni prestano servizio in questo nuovo reparto, ognuno secondo la propria mansione, emerge la carenza di personale infermieristico e OSS, oltre alla richiesta di un maggiore coordinamento.

A pagare il “conto” non possono essere i lavoratori, i quali non si sono mai sottratti in questi ultimi anni ai continui sacrifici, dettati da una razionalizzazione delle risorse umane, dimostrando sempre un forte attaccamento alla professione e grande spirito di abnegazione.

Questi stessi lavoratori oggi non lamentano i carichi di lavoro, ma chiedono maggiore sicurezza e la tutela della propria salute.

Il personale non può continuare a reggere tale stress; serve una dotazione organica infermieristica tale da garantire una turnazione ideale, così come suggeriscono le linee guida.

Nei primi giorni di ottobre, le istituzioni del territorio si sono fregiate del merito di aver trovato l’intesa con il governo regionale, intesa che garantiva

  • il mantenimento di tutte le attività e i servizi presenti al Madonna dell’Alto
  • l’allestimento dei reparti Covid sfruttando alcune aeree del Presidio e, soprattutto,
  • l’assunzione di nuovo personale (medico, infermieristico e OSS), senza intaccare la dotazione organica delle varie UU.OO.

Ma facciamo un attimo il punto della situazione.

In data 17/11/2020, sono arrivate disposizioni dai vertici aziendali che prevedono il ricovero di altri 10 pazienti Covid, oltre ai 13 presenti. Tutto ciò nella consapevolezza che già con 13 ricoverati si hanno grosse difficoltà a garantire i corretti livelli assistenziali. Si è anche lasciato intendere che, se necessario, si provvederà alla chiusura delle UU.OO., pur di accogliere altri pazienti.

Analizzando, oggi, le UU.OO. e i servizi ancora presenti abbiamo nello specifico:

CHIRURGIA: tutte le attività chirurgiche programmate e programmabili sono state sospese, l’ambulatorio per piccoli interventi e medicazioni è stato riattivato solo in data 18/11/2020.

I medici chirurghi sono stati mobilitati verso il Pronto Soccorso per sostituire a loro volta i medici di Pronto Soccorso mobilitati verso il reparto Covid.

GINECOLOGIA: l’attività chirurgica programmata e programmabile è stata sospesa, l’ambulatorio di isteroscopia e le IVG sono stati spostati a Termini Imerese. Da qualche giorno è stato riaperto l’ambulatorio per visite ed ecografie.

MEDICINA: tutte le attività ambulatoriali di endoscopia, cardiologia, medicina interna sono state sospese. Sono stati ridotti i posti letto per dare spazio alla ginecologia e alla chirurgia, che si sono trasferite al primo piano.

SALE OPERATORIE: come si evince dalla descrizione sinora fatta, le attività chirurgiche sono limitate alle sole urgenze, sperando che almeno queste vengano garantite e non ci sia l’intenzione da parte dell’Azienda, ipotesi che aleggia nell’aria, di allestire una terapia intensiva presso le Sale Operatorie e la Recovery Room.

RIABILITAZIONE: l’Azienda aveva provato a trasferire il codice 056 (codice di ricovero relativo alla medicina riabilitativa di Petralia Sottana) presso Villa delle Ginestre, così da utilizzare il personale infermieristico in forza al Madonna dell’Alto, nel reparto Covid. I sindaci sono intervenuti vanificando il subdolo tentativo. I giochi, però non sono ancora chiusi!!

L’RSA e il Distretto, trasferiti presso locali comunali, subiscono le grosse difficoltà logistiche e non solo, in quanto non sono forniti di idonea linea telefonica e connessione internet. Loro malgrado, stanno cercando di assicurare un minimo di assistenza sanitaria sul territorio.

In merito al reparto Covid, sorgono anche lì non poche criticità:

  • non c’è un adeguato smaltimento dei rifiuti speciali, per cui il materiale contaminato risulta letteralmente buttato a terra anziché essere correttamente riposto nel contenitore dedicato per poi essere adeguatamente smaltito;
  • le lenzuola e la biancheria utilizzata dai pazienti non viene cambiata periodicamente restando ammassata in una stanza, non rispettando alcuna regola igienica;
  • il personale infermieristico e OSS risulta numericamente insufficiente per cui si ritrova ad indossare i DPI per più di 7 ore durante il turno diurno e di 10 ore durante quello notturno, non avendo la possibilità né di bere, né di soddisfare bisogni fisiologici; e ciò non è sicuramente in linea con le raccomandazioni scientifiche;
  • Il personale non è stato fornito di armadietti dove riporre gli effetti personali e gli indumenti, per cui raggiunge il reparto indossando di già la divisa ospedaliera; per lo stesso motivo, al momento della svestizione, si trova quindi sprovvisto anche della semplice mascherina chirurgica;
  • non è stata realizzata, nell’area pulita, una stanza dove il personale può rifocillarsi o anche semplicemente sedersi quando si sveste;
  • i sanitari sono sottoposti ad uno stress psico-fisico non indifferente;

Se dovessero persistere queste criticità, pensiamo che a breve il personale tutto ne risentirà e questo si ripercuoterà sull’organizzazione, già alquanto precaria, minandola ulteriormente.